"Sono appena passate le festività natalizie, pertanto come da programma si entra nel vivo della stagione delle super-richieste arance 'rosse'. Nello specifico, parliamo di Moro e di Tarocco, in questa parte di campagna, con le loro cultivar Nucellare, Gallo, Lempso". A dichiararlo è Giovanni Scavo, responsabile commerciale della siciliana Il Girasole Soc. Coop.
"Chiaramente, trovandoci nel clou della raccolta, gli ordini da parte di tutte le catene distributive non mancano, anzi; tra le varie referenze sul mercato ne propongono sempre qualcuna in offerta. Le offerte sono concentrate soprattutto sul prodotto piccolo o medio piccolo, ciò anche perché la campagna in corso si caratterizza per maggiori quantitativi di pezzature piccole, a seguito della lunghissima siccità sofferta dalla Sicilia nel 2024".
"Gli ordinativi di agrumi che arrivano dal canale horeca - guidati dai centri agroalimentari all'ingrosso - pur essendo meno incisivi rispetto alle destinazioni tradizionali, sviluppano volumi importanti e fanno sempre la loro parte, soprattutto per il prodotto premium; parliamo dunque di arance esclusive di grossa pezzatura, imballate nelle classiche confezioni in doppio monostrato. Una produzione, insomma, per la quale riusciamo a spuntare prezzi interessanti!".
"Per quanto concerne il prosieguo della campagna arancicola - spiega Giovanni Scavo - come sempre ci vorrebbe la sfera di cristallo, perché la carenza di manodopera e i cambiamenti climatici rappresentano una forte preoccupazione per ogni operatore del settore. Il clima, soprattutto, ci ha abituato a lunghi periodi di siccità estrema e precipitazioni con venti fortissimi. I tristemente famosi 'medicane', cioè gli uragani del Mar Mediterraneo, creano al settore non poche preoccupazioni. Nel merito, l'evento nefasto più recente ci ha duramente colpiti il 17 gennaio, impedendo la raccolta per qualche giorno e complicando di fatto l'annata. Parliamo di un ciclone afro-mediterraneo in veloce sviluppo, denominato tempesta Gabri, che ha investito le regioni del Sud Italia, in particolare Sicilia e Calabria".
"Al momento è inutile parlare di 30/40% di perdite: chiaramente il danno c'è, ma sta a ognuno degli attori della filiera fare la propria parte. I produttori e confezionatori hanno l'onere della selezione, la distribuzione auspichiamo garantisca il più possibile i produttori e i consumatori, nonostante il ridotto potere d'acquisto. Fondamentale è privilegiare il prodotto nazionale, garantito come noto per tracciabilità e salubrità, oltre che per l'eccellente gusto; il che fa sì che i nostri agrumi si prestino sia al consumo da tavola sia per le spremute. Una piccola nota riguarda invece la pigmentazione interna, dovuta alle forti escursioni termiche, e che pertanto può variare da un anno a un altro, a seconda delle temperature e più in generale delle condizioni climatiche!".
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