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Se ne è parlato alla sesta edizione di Rivoluzione Bio

Biologico italiano in aumento: vendite 2024 di oltre 6,5 miliardi di euro, export promettente

I dati dell'Osservatorio Sana 2024-2025 confermano una crescita del settore biologico sia in Italia sia all'estero. Nel 2024 le vendite alimentari di prodotti bio sul mercato nazionale superano i 6,5 miliardi di euro, mentre l'export agroalimentare biologico consolida il suo andamento positivo raggiungendo i 3,9 miliardi di euro (+7% rispetto al 2023). Nel 2024 la Distribuzione Moderna, con un valore complessivo di 2,2 miliardi di euro, si conferma il canale di riferimento per gli acquisti bio degli italiani, con una crescita a valore del 4,4% rispetto al 2023.

Questi alcuni dati scaturiti dalla sesta edizione di Rivoluzione Bio, tenutasi ieri 24 febbraio 2025, nell'ambito di Sana Food. L'evento, promosso da BolognaFiere, è stato organizzato in collaborazione con FederBio e AssoBio e con il supporto di Nomisma, nel quadro del progetto Being Organic In Eu, gestito da FederBio in partenariato con Naturland DE e cofinanziato dall'Ue nell'ambito del Reg. EU n.1144/2014.

Silvia Zucconi, chief operating officer di Nomisma, ha messo in evidenza come quest'anno il biologico abbia registrato una crescita positiva sul mercato interno, sia in valore sia in volume. "Si tratta di una crescita reale, un valore che il consumatore riconoscerà a questo prodotto solo in futuro. La crescita non si limita però al mercato interno, ma si realizza anche sui mercati internazionali. Nel 2024 le vendite alimentari di prodotti bio sul mercato interno sono cresciute del 5,7% rispetto al 2023. A trainare la crescita sono prevalentemente i consumi domestici che sfiorano i 5,2 miliardi di euro. La Grande distribuzione è sicuramente un traino per il biologico: è il canale che in qualche modo ha più di altri allargato la consumer base, andando a generare occasioni di coinvolgimento di un numero sempre più alto di consumatori".

Bene il canale specializzato bio, che supera il miliardo di euro nel 2024, segnando un significativo incremento (+9%) rispetto alla crescita più contenuta degli anni precedenti. "È un canale che ha saputo trovare un nuovo posizionamento, sia nella capacità di assorbimento sia nella capacità di andare a proporre categorie e referenze atte a catturare fasce più ampie di consumatori", ha evidenziato Zucconi. Tra gli altri canali, in forte espansione spiccano i discount con vendite di prodotti biologici pari a quasi 350 milioni di euro, in crescita del 6% rispetto all'anno precedente. Da segnalare, infine, la performance leggermente negativa dell'e-commerce che segna una flessione dello 0,4%, a fronte di vendite pari a 75 milioni di euro.

L'87% degli italiani presta grande attenzione al cibo
"Ci troviamo di fronte a una società in continua trasformazione e i consumatori, in qualche modo, seguono tali cambiamenti. Il monitoraggio continuo delle loro esigenze è, quindi, l'unica chiave di interpretazione dei loro comportamenti. Sicuramente, un elemento che contraddistingue il consumatore italiano è la ricerca di benessere e salute in ogni aspetto della vita. In una logica di monitoraggio delle dinamiche consumer, abbiamo chiesto quale sia un fattore che più di altri influenzi positivamente o negativamente la vita e la salute fisica e mentale del consumatore italiano. Tra i fattori negativi, troviamo sicuramente la velocità e lo stress a cui siamo sottoposti ogni giorno, che ci portano a cercare un fattore salvifico nella salute, nella ricerca e nello stile alimentare", ha spiegato Zucconi.

"Oggi, per i consumatori italiani l'alimentazione è sinonimo di salute, così come lo sport. I fattori che maggiormente influenzano la salute fisica e mentale sono la corretta alimentazione e lo stile alimentare (62%), l'attività fisica e il fare sport (42%). È una rivoluzione in qualche modo mettere al centro l'alimentazione e porla sullo stesso piano dello sport e dell'attività fisica".

Quali categorie di prodotto permettono ai consumatori di soddisfare questa richiesta di salute e benessere? Prodotti "senza o con poco", i cosiddetti free-from, che riscuotono sicuramente molto interesse (19%). Subito dopo, troviamo il biologico. Analizzando l'interesse delle famiglie italiane per i prodotti bio, la quota che li acquista consapevolmente ha ormai raggiunto dimensioni prossime alla totalità delle famiglie italiane. "L'ultimo dato disponibile è pari al 93%. La base di consumatori è elevatissima, si stima infatti che siano 24 milioni le famiglie che acquistano prodotti biologici. Per sostenerne la crescita è importante aumentare la frequenza di consumo e la presenza", ha sottolineato Zucconi.

Bio, leva per l'export agroalimentare
Il biologico si rivela inoltre una leva importante per l'export agroalimentare italiano. Considerando i mercati esteri, dall'indagine Nomisma su 336 imprese italiane emerge come le principali destinazioni per i prodotti biologici siano Germania, Francia, Scandinavia, Benelux e Stati Uniti. Le prospettive per il biologico italiano sui mercati esteri sono decisamente promettenti: circa un terzo delle aziende italiane del settore food & beverage che oggi non esporta bio, prevede di farlo nei prossimi 2-3 anni.

"I dati hanno rivelato quanto il marchio biologico rappresenti un boost per le imprese italiane nel presidio dei mercati internazionali: circa 4 su 10 sostengono che il bio abbia molto favorito il posizionamento dell'azienda oltreconfine", ha sottolineato Zucconi. "Anche l'origine italiana o territoriale è un fattore di successo indispensabile per imprese e consumatori. In questa direzione, l'adozione di un logo biologico made in Italy risulta cruciale per certificare in modo chiaro l'autenticità, la qualità e l'origine dei prodotti bio italiani, non solo oltre confine: il 75% degli italiani ritiene che la presenza di un logo biologico italiano rappresenti una garanzia aggiuntiva all'origine del prodotto".

Una tavola rotonda ha visto poi il confronto tra esperti e istituzioni per discutere delle strategie più efficaci a supporto del comparto e delle politiche necessarie a sostenerne lo sviluppo. È emerso, come negli ultimi anni il settore biologico abbia superato la sua dimensione di nicchia. Esiste ancora un notevole potenziale di crescita, dato che molti Paesi europei registrano consumi interni più elevati rispetto all'Italia. Pertanto, è essenziale continuare a promuovere il settore attraverso attività di informazione, promozione ed educazione alimentare, iniziando dalle scuole. Un supporto tangibile in tal senso sarà fornito dal Marchio biologico italiano, che non solo favorirà la diffusione dei prodotti biologici sui mercati internazionali, ma garantirà anche un'immediata riconoscibilità, rafforzando il ruolo degli agricoltori e incentivando la collaborazione tra produzione, trasformazione e distribuzione.

Il consumo di prodotti bio fuori casa
Nel pomeriggio, il focus si è spostato sulla ristorazione collettiva e sul ruolo del bio fuori casa, analizzando il suo impiego nelle mense scolastiche, ospedaliere e nella ristorazione commerciale. "Si ridimensiona, la crescita del fuori casa osservata nella precedente rilevazione, per un valore complessivo di 1,3 miliardi di euro", dichiara Evita Gandini, head of market insight Nomisma. "Il focus sul fuori casa ha permesso di misurare il valore dei bio nei consumi alimentari extra-domestici, ma anche di evidenziare, attraverso l'analisi dei comportamenti e le preferenze di consumatori e operatori, aree di miglioramento e margini di crescita per il biologico nei diversi canali della ristorazione commerciale e collettiva. Fondamentali in tal senso risultano attività di formazione per operatori Horeca su caratteristiche e utilizzi di ingredienti/prodotti bio in cucina e attività di sensibilizzazione rivolte ai genitori rispetto alla presenza, alla qualità e le garanzie del biologico presso la ristorazione scolastica dei propri figli".

"I consumi fuori casa sono in ripresa rispetto all'andamento negativo che abbiamo vissuto negli anni della pandemia – ha continuato Gandini – Anche le stime relative al 2024/25 indicano variazioni positive, ma più lievi rispetto a quelle registrate nel corso del 2023. Nel fuori casa prevale il tema del piacere, quindi godersi un momento di soddisfazione e gusto dal punto di vista del pasto. Quasi 9 italiani su 10 (89%) hanno consumato cibo/bevande fuori casa almeno una volta negli ultimi 12 mesi. Sette consumatori su dieci, ovvero il 66% degli italiani, ha consumato almeno una colazione, un pranzo o una cena a base di alimenti, bevande o ingredienti biologici fuori casa".

Nel complesso il consumatore bio è più esigente e attento rispetto alla scelta del locale e alle caratteristiche di servizio offerte. Oltre a familiarità e consigli di amici e parenti, il consumatore bio valuta in maniera più approfondita la reputazione del luogo scelto per mangiare fuori (tramite recensioni, punteggi online, guide) e l'accoglienza/ambiente del locale. Rispetto al menù, invece, il consumatore bio ha un forte orientamento verso la ricerca di prodotti freschi e di stagione (per il 48% degli user bio away from home), di piatti semplici e poco elaborati (39%). Elevata l'aspettativa anche sulla presenza di prodotti veg e opzioni dedicate a specifiche esigenze alimentari e intolleranze. Le aspettative del consumatore bio però non trovano risposte positive in quella che è l'attuale offerta di prodotti biologici presso la ristorazione, soprattutto quella collettiva. Analizzando infatti il livello di soddisfazione rispetto alla presenza di opzioni bio nei diversi canali del fuori casa, si evincono grandi margini di miglioramento.