"Il ruolo dell'Unione europea va ripensato anche in termini di politica agricola comune. Ad esempio, non è possibile che Bruxelles decida per tutte le nazioni a livello di importazioni di ortofrutta, mentre per l'export ogni Paese deve stilare il proprio protocollo". E' solo uno dei passaggi della relazione che Renzo Piraccini, manager di lungo corso e attualmente presidente di Cesena Fiera, ha tenuto lunedì 17 marzo a Longiano (Forlì-Cesena) nell'ambito del secondo incontro organizzato dalla lista civica "Siamo Longiano" sul tema "C'è ancora speranza per l'agricoltura romagnola?".
Di fronte a oltre 50 presenti, Piraccini ha fatto una diagnosi dell'attuale situazione e ha proposto anche alcune possibili cure: "Il problema prioritario oggi è sostenere le aziende agricole a diventare competitive nella scenario internazionale. Occorrono nuove norme europee, che separino gli agricoltori professionali da quelli hobbistici o part-time. Di conseguenza, è necessario definire bene quali aiuti devono andare direttamente alle aziende agricole e quali alla filiera. Ad esempio, nell'OCM non sono indicate percentuali da destinare obbligatoriamente ai produttori".
Renzo Piraccini durante la sua relazione
Ha poi affrontato il tema del costo del lavoro. "Nel settore agricolo occorre dare a tutte le Regioni le stesse possibilità che hanno le Regioni autonome. Questo è un passaggio fondamentale per ridurre gli oneri previdenziali e fiscali sul costo del lavoro e attuare politiche molto efficaci nelle riconversioni e non solo".
Non è corretto infatti che alcune regioni abbiano una maggiore competitività perché è lo Stato a favorirle; e questo deve valere a livello europeo, non solo italiano. Ha poi ripreso Piraccini: "Un grande aiuto al mondo agricolo arriverà dalle TEA, chiamate anche NGT, Nuove Tecniche Genomiche, che creeranno resistenze nelle piante, senza richiedere trattamenti chimici. L'Unione Europea ha approvato un primo regolamento e si prevede un percorso abbastanza veloce per l'approvazione definitiva".
I relatori con gli organizzatori della serata
Tutte proposte che hanno trovato pieno appoggio nella platea di agricoltori, imprenditori e tecnici. Presenti, fra gli altri, Luca Canonici di Sapore di Romagna (Forlì) e il tecnico Benedetto Accinelli di Riff98 (Bologna).
È poi stato il momento delle testimonianze. L'agricoltore Loris Babbini, 50 anni, ha raccontato che coltiva una trentina di ettari nelle colline di Cesena. Il core business è dato da ciliegie e albicocche. "Facendo qualità, al netto di eventi meteo avversi, riusciamo a ottenere un discreto ricavo. Il problema è dato però dall'aumento spropositato dei costi: gasolio, fertilizzanti, antiparassitari. Ci sono prodotti che costano centinaia di euro al litro e ciò non è più sostenibile".
Loris Babbini
Babbini vende la propria frutta al Mercato all'ingrosso di Bologna, appoggiandosi a un grossista. È anche il coordinatore di Aproccc, il Consorzio dei produttori di ciliegie delle colline cesenati. "Siamo tartassati dalla burocrazia e dalla mancanza di personale. E se devo commentare il titolo della serata, mi sento di dire che la speranza c'è, ma solo se c'è reddito", ha concluso l'agricoltore.
Marco Lisi
La parola è poi passata a Marco Lisi, orticoltore cinquantenne della zona di Gambettola (Forlì-Cesena). "Ho circa 4 ettari, di cui uno dedicato alle serre. Produco tutto l'anno verdure che vendo al Mercato all'ingrosso di Cesena, ma non solo. Tramite i social, ho implementato le vendite a casa e anche le consegne a domicilio a circa una sessantina di famiglie. Mi piace fare sperimentazione e ho una collaborazione con una casa sementiera. Se ho speranza per il futuro? Vi dico solo che ho tre figli e spero che nessuno di loro continui la mia attività".
Giorgia Ulderici
Giorgia Ulderici, esperta in animali selvatici, ha raccomandato agli agricoltori di non considerare i lupi una piaga, bensì degli alleati per contenere specie in soprannumero come nutrie, caprioli, cinghiali. "L'ambiente è un sistema che deve essere in equilibrio. Azioni drastiche in un senso, possono portare scompensi in un altro".
Fra gli interventi dei presenti in sala, gli agricoltori Andrea Domeniconi e Davide Rossi hanno ricordato che "il mondo politico ci ha totalmente abbandonati, così come le organizzazioni professionali non difendono i nostri interessi. Non abbiamo riferimenti e ci sentiamo abbandonati a un sistema globalizzato che avanza come una schiacciassi".