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Il parere di alcuni operatori

Gelate, danni all'ortofrutta da nord a sud

Un inizio di primavera da brividi. Giovedì 20 marzo sì è verificata la seconda notte di gelo consecutiva (cfr. FreshPlaza del 19/03/2025). Non si è trattato di un evento estremo, come capitato in altre annate ma, localmente, ci sono stati anche minimi di temperatura attorno a 3 °C sottozero. Di seguito, un excursus lungo tutta la penisola.

Nord e centro Italia
Gran parte della Pianura Padana ha registrato temperature al di sotto dello zero. Davide Vernocchi ha un'azienda agricola con diversi ettari di pescheto in provincia di Ravenna e si è difeso con impianto antibrina e fornelli a pellet. "La seconda notte, quella di giovedì, è stata peggiore della prima. Però credo che siamo riusciti a limitare i danni grazie a tutti i dispositivi di protezione".

Fabiano Mazzotti, di Prada di Faenza (Ravenna), afferma che "non è stata una gelata devastante come quella di qualche anno fa. Di certo, le nettarine precocissime che erano già a caduta petali, quindi nella fase più delicata e indifesa, hanno subito danni a prescindere".

Daniele Golinucci di Forlì ha difeso i propri impianti di kiwi gialli con irrigazione sottochioma: "Grazie all'impianto antibrina la temperatura non è mai scesa al di sotto di 1 °C sottozero. I germogli sembrano non aver subito danni, a ogni modo verifiche più accurate le svolgeremo nei prossimi giorni".

In Abruzzo, Quirino Galante conduce l'azienda agricola di famiglia in Val di Sangro (provincia di Chieti). "Sono molto preoccupato soprattutto per le albicocche. La temperatura non è scesa di molto, però le ore sottozero sono state parecchie. Per fortuna le fragole le ho salvate grazie al tessuto - non - tessuto posizionato a protezione".

Gianni Gasperoni, tecnico della zona di Longiano (Forlì-Cesena) afferma che "nella bassa cesenate i danni sono stati ingenti, specie per le albicocche". L'agricoltore Davide Modigliani, nel suo sopralluogo, ha notato danni alle ciliegie specie nelle varietà più precoci.

Sud Italia
Quelle del 19 e 20 marzo sono state due notti gelide anche nelle regioni meridionali, in cui il risveglio vegetativo era partito già da alcune settimane. Temperature minime particolarmente basse in Basilicata e in Puglia, specie nelle province di Bari, Brindisi, Matera e Potenza, oltre alle aree interne e vallate. Valori sottozero e locali gelate si sono registrate anche in prossimità del mare, proprio in quei territori noti per la precocità. A Fasano (Brindisi), ad esempio, si sono raggiunte minime di -6.2°C, a Grassano (Matera) -3.9°C, a Lucera (Foggia) la colonnina è scesa fino -3.6°C, mentre ad Altamura (Bari) ha segnato -3.2°C.

Particolare attenzione per i vigneti. "È opportuno precisare che il danno è sulla precocità non sulle quantità della prossima stagione - esordisce da Conversano (Bari) l'imprenditore Donato Fanelli - Dopo un febbraio piuttosto mite, le due recenti nottate gelide non hanno fatto altro che azzerare l'anticipo che il clima mite di febbraio ci aveva consentito di ottenere, perdendo così la possibilità di arrivare sul mercato 10-15 giorni prima. Si cerca sempre di fare la corsa per collocare il prodotto a scaffale in anticipo, al fine spuntare qualche centesimo in più rispetto ad altri momenti della stagione di vendita".

"È ancora prematuro fare delle stime. I danni, in ogni caso, non hanno interessato l'intero territorio, ci sono state ovviamente zone in cui la concentrazione di gelo è stata peggiore. Attendiamo qualche altro giorno per capire la reazione delle piante e come si comporterà la gemma vegetata e poi bruciata dal gelo".

Il tecnico agronomo Giacomo Grande, dopo aver parlato con diversi produttori pugliesi, conferma temperature in forte calo nella provincia di Taranto, dove oltre all'uva da tavola, anche agrumi e cachi saranno coinvolti nella conta dei danni. "Le temperature basse sono durate parecchio. C'è chi ha tamponato con fuochi e chi ha avuto la possibilità di accendere gli impianti di irrigazione, anche nei vigneti, per poter mitigare il microclima. Nell'area settentrionale del barese, nell'entroterra, ci sono stati danni ai vigneti, anche su piante giovani. In zona Grottaglie, in provincia di Brindisi, si segnalavano problemi già da ieri. In altri areali mi confermano danni su pesco, angurie (nella zona dell'arco jonico da Nardò a Metaponto) e uva da vino (arco jonico). Ovviamente bisognerà attendere i prossimi giorni per avere un quadro chiaro della situazione. Attualmente non siamo in grado di stimare delle percentuali o valutare possibili interventi".

"Le gelate della notte del 20 marzo hanno causato gravi danni a molte colture e in diverse zone della Puglia. Le prime segnalazioni arrivano dalle zone del barese e del tarantino - scrive CIA Agricoltori Italiani Puglia - Nel barese, sono stati colpiti soprattutto i mandorleti nelle aree di Toritto, Binetto, Bitritto, Grumo Appula e anche in altre località della zona. Sono state danneggiate anche le gemme delle uve primizie, senza copertura e già in fase di 'cotonamento'. Danni sono stati segnalati anche ad albicocche, percoche e susine. Le gelate hanno colpito inoltre gli agrumeti del Tarantino, con danni ingenti che rischiano di compromettere gran parte dei raccolti attesi".

Giuseppe Panetta, dell'omonima azienda agricola biologica di Ginosa (TA), dichiara: "In 12 ore siamo passati da 20 °C a -1 °C. Stiamo passando notti insonni a guardare le centraline meteo. Sugli agrumi, tranne nelle zone basse notoriamente gelive, dove la temperatura si è avvicinata ai -2 °C, non si notano danni visibili per il momento. Ma temo che avremo ripercussioni sulla fertilità degli abbozzi fiorali che stavano già molto avanti".

La notte del 19 marzo 2025 verrà ricordata in Calabria come la più fredda dell'inverno astronomico 2024/25, con temperature che in alcune aree sono arrivate a -10 °C. Le zone montane sono state le più colpite, con minime eccezionalmente basse, ma anche le aree collinari e urbane hanno sperimentato temperature inusuali per la stagione.

Articolo a cura di Cristiano Riciputi, Vincenzo Iannuzziello e Maria Luigia Brusco