Per molti operatori, la stagione cinaricola è già in decelerazione. "Tra circa 15 giorni termineremo la raccolta e la vendita dei carciofi coltivati nella provincia di Brindisi, registrando quindi un anticipo sulla conclusione di circa un mese. Una stagione che si è mostrata complessa già in partenza, a fine ottobre. Per il mercato del fresco sono rimasti quantitativi limitati, tanto da iniziare a inviare i capolini anche alle industrie, con prezzi che oscillano tra 0,08 e 0,10 €/pezzo. In modo graduale, i produttori termineranno le disponibilità nelle prossime settimane. Crediamo sarà una Pasqua senza carciofi o con volumi davvero irrisori. Nonostante sarà difficile reperire merce nelle prossime settimane, pensiamo che il prezzo non subirà variazioni". (Nelle foto in basso carico di carciofi destinati all'industria)
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A commentare da Lecce la campagna in fase di conclusione è Ermanno Barletta della Biemme Srl, società che fornisce ortofrutta ai mercati all'ingrosso italiani.
A continuare a generare complicazioni nell'annata è proprio l'andamento climatico e in particolare le temperature miti degli ultimi mesi che, unite alla crisi idrica, hanno compromesso il generale calendario di raccolta.
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"Non è certo una stagione da incorniciare, ma ne eravamo consapevoli già da tempo. Le quotazioni sul mercato, al momento, si aggirano intorno a 0,30/0,35 €/kg, con prezzi ai produttori di 0,15-0,20 €/capolino. Ma se si detraggono i costi di imballaggio, provvigione e trasporto, ci si rende conto che stiamo lavorando soltanto per qualche centesimo al chilo. Per la campagna 2024/25, gli ettari dedicati sono 120, tra quelli di proprietà e dei produttori-conferitori. Le varietà che stiamo commercializzando sono Opal, Madrigal e Violetto. Ora i consumatori iniziano a cambiare il modo di mangiare: con l'arrivo sul mercato di altri articoli ortofrutticoli di stagione, i carciofi iniziano a passare in secondo piano. In realtà, il consumo è sempre stato poco vivace. Le piante poi hanno prodotto tanto, in questi ultimi mesi, reduci già da uno stress notevole. Nel complesso, la raccolta è partita in ritardo, facendo così concentrare le produzioni in un periodo più corto del solito".
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