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Per i prodotti importati dall'Ue si applicherà una tariffa del 20 per cento

Liberation Day o Inflation Day? Trump scuote l'economia mondiale con una raffica di dazi

"Oggi abbiamo delle notizie davvero belle e molte cose positive stanno succedendo per il nostro Paese. Oggi è il 'Liberation Day', una data attesa da tanto tempo. Il 2 aprile 2025 sarà ricordato per sempre come il giorno in cui l'industria americana è rinata e in cui il destino dell'America è stato reclamato". È cominciato così il discorso del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ieri alle ore 22 italiane (le 16 americane), in cui ha annunciato una nuova ondata di dazi sulle merci estere, definendoli "reciproci" rispetto alle tariffe applicate dagli altri Paesi sui prodotti americani. Le nuove misure colpiranno quasi tutto il mondo e si aggiungeranno a quelle già in vigore per acciaio, alluminio e automobili. Queste tre categorie e i componenti di auto non saranno soggetti ai dazi reciproci.

"Questo è uno dei giorni più importanti, secondo me, nella storia americana – ha affermato Trump – È la nostra dichiarazione di indipendenza economica. Per anni, i cittadini americani, che lavorano duramente, sono stati costretti a restare in disparte mentre altre nazioni diventavano ricche e potenti, spesso a nostre spese. Ora è il nostro turno di prosperare e, così facendo, utilizzare trilioni e trilioni di dollari per ridurre le tasse e pagare il nostro debito nazionale. Tutto accadrà molto rapidamente: con l'azione di oggi, finalmente saremo in grado di rendere l'America di nuovo grande, più grande che mai".

© White HouseFoto: The White House

Dazi "della metà" rispetto agli altri Paesi
Secondo il Presidente, le nuove tariffe saranno "più o meno della metà" di quelle che gli altri Paesi applicano agli Stati Uniti. Per i prodotti importati dall'Unione europea si arriva al 20%, ma l'elenco delle nazioni colpite è ampio: Cambogia (49%), Sri Lanka (44%), Vietnam (46%), Bangladesh (37%), Thailandia (36%), Cina (34%), Taiwan (32%), Indonesia (32%), Svizzera (31%), Sudafrica (30%), Pakistan (29%), India (26%), Corea del Sud (25%), Giappone (24%), Malesia (24%). E ancora: dazi del 17% per Israele e Filippine, e del 10% per Regno Unito, Brasile, Cile, Singapore, Australia, Turchia, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Egitto e Marocco.

I dazi al 10% entreranno in vigore dal 5 aprile, quelli più alti dal 9.

Trump: "Zero dazi per chi produce in Usa"
Nel suo discorso, Trump ha lanciato un messaggio chiaro alle aziende che esportano verso gli Stati Uniti: "Volete lo 0% di dazi? Basta venire qui e produrre negli Stati Uniti". Il Presidente americano ha inoltre accusato alcune nazioni di "manipolazioni valutarie" che avrebbero contribuito a uno squilibrio commerciale a sfavore degli Usa.

L'annuncio ha già sollevato reazioni contrastanti: mentre i sostenitori della politica protezionista di Trump plaudono la decisione, gli analisti avvertono sui possibili rischi per i rapporti commerciali internazionali e per le aziende americane che dipendono da componenti importate.

Clicca sul tasto Play per ascoltare il discorso del Presidente Trump (in inglese)

Bernd Lange, presidente del Comitato per il commercio internazionale del Parlamento europeo sui dazi statunitensi: "Ingiustificati, illegali e sproporzionati"
"Non si può chiamarlo 'Liberation Day', è un 'Inflation Day'. Le misure ingiustificate, illegali e sproporzionate adottate non possono che portare a un'ulteriore escalation delle tariffe e a una spirale economica negativa per gli Stati Uniti e per il resto del mondo. Con questa decisione, i consumatori americani si ritroveranno a sostenere il peso maggiore di una guerra commerciale. Le tariffe, infatti, renderanno i processi produttivi più inefficienti e avranno un impatto negativo sul clima di investimento. Le reazioni dei mercati azionari non lasciano dubbi al riguardo".

"L'Unione europea risponderà. Lo faremo con misure legali, legittime, proporzionate e incisive. In qualità di Ue, valuteremo gli strumenti a nostra disposizione per decidere quale risposta sia la più adeguata. Non faremo passi indietro. Difenderemo la nostra sovranità e non cambieremo le leggi che abbiamo costruito democraticamente e nell'interesse dei cittadini europei, anche se questo non dovesse piacere ad alcuni miliardari americani. I Paesi colpiti da queste misure devono rispondere con un fronte unito e inviare un messaggio chiaro agli Stati Uniti, affinché ponga fine a questa follia tariffaria".

"Spero che questa amministrazione Usa sia sinceramente interessata a dialogare con l'Ue, ma non sono ottimista. Mi auguro che i nostri argomenti e la fermezza della nostra risposta possano convincere gli Stati Uniti a sedersi al tavolo delle trattative. La porta dell'Ue sarà sempre aperta per trovare una soluzione".