Lo scorso 21 marzo, il Comitato promotore, che si è costituito il 16 ottobre 2024, ha presentato la richiesta di registrazione della denominazione "Friariello Napoletano Igp" alle autorità competenti.
"Consapevoli che il percorso per l'ottenimento dell'Igp è lungo e complesso, siamo determinati a proseguire con attività di promozione e comunicazione per raggiungere l'obiettivo". Queste le parole di Francesca Masci, presidente del Comitato promotore.
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"L'iter per l'ottenimento della Indicazione Geografica Protetta per il Friariello Napoletano - dice Masci - è un'iniziativa che nasce da lontano, grazie a un gruppo di produttori motivati a consolidare una filiera che va assumendo un'importanza produttiva e commerciale nel settore orticolo campano e che ha avuto di recente un forte impulso grazie a un Progetto Operativo di Innovazione finanziato dalla Regione Campania, nell'ambito delle misure di Cooperazione denominato VALFIT".
"Il riconoscimento dell'IGP rappresenterà uno strumento efficace per il miglioramento della sostenibilità economica di questa coltura - spiega la presidente -. Sarà una sfida ardua, ma le aspettative sono alte: garantire una giusta remunerazione agli operatori della filiera e proteggere legalmente la denominazione, in relazione alla qualità e all'origine del prodotto, in linea con il nuovo regolamento comunitario sulle IG 1143/2024".
© Comitato Friarello Napoletano IGPConvegno del 2 aprile a Portici
"Speriamo di ottenere la registrazione nel più breve tempo possibile, al fine di costituire un Consorzio di tutela riconosciuto, che possa aggregare i soggetti della filiera e attuare efficaci strategie di promozione, valorizzazione e tutela del nostro prodotto sui mercati di destinazione".
Ampio è il consenso da parte di tutti gli operatori della filiera. La registrazione dell'IGP Friariello Napoletano è vista come un giusto riconoscimento per uno degli ortaggi più tipici della tradizione gastronomica locale. La specificità di questo prodotto è strettamente legata al territorio di produzione, ovvero la pianura napoletana e casertana.
"Negli ultimi vent'anni, questa verdura ha visto un vero e proprio boom commerciale. Secondo i dati ISTAT, la superficie coltivata è aumentata del 115% in Campania, riflettendo un'esplosione della domanda, che ha superato i confini locali per raggiungere dimensioni nazionali. Negli ultimi anni, una serie di condizioni favorevoli, come l'evoluzione degli strumenti di comunicazione e l'apprezzamento crescente della ristorazione tipica, hanno permesso di far conoscere e apprezzare il friariello napoletano in tutto il mondo".
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Italo Santangelo, che ha fornito consulenza tecnica al comitato promotore, precisa:"Il Friariello Napoletano rappresenta oggi, in Campania, la realtà produttiva più dinamica in assoluto nel comparto orticolo. La superficie complessiva investita nell'area considerata dall'IGP, secondo l'ISTAT, è di circa 3200 ettari, con una produzione di circa 45mila tonnellate. In realtà, secondo gli operatori della filiera, i dati "reali" sarebbero ben diversi da quelli ufficiali. Si stima nell'insieme per l'area pianeggiante napoletana e casertana una superficie superiore ai 5000 ettari e, di conseguenza, una produzione ben più alta di quella ufficiale. Dati che parlano da soli e fanno capire l'importanza crescente di una coltura non più da considerare come minore o solo da impiantare come intercalare nelle rotazioni erbacee classiche della zona".
L'industria di trasformazione, che assorbe circa il 30% della produzione, sta mostrando un interesse crescente. Il Friariello Napoletano, in versione sottolio o come pesto, è oggi esportato in tutto il mondo, testimoniando una crescita tecnica, agronomica ed economica che tiene il passo con i tempi. L'iniziativa del Comitato promotore è quindi non solo un omaggio a una tradizione locale, ma un passo strategico verso un futuro di riconoscimento e valorizzazione internazionali.