Il mercato dell'uva da tavola e del mango affronta complicazioni legate a clima, fluttuazioni dei prezzi e rigide normative. La concorrenza tra i Paesi produttori e i requisiti di qualità in Europa e negli Stati Uniti, continuano a determinarne le dinamiche.
La Lina Frutas, produttore ed esportatore brasiliano, destina il 60-70% della sua produzione all'Europa. L'azienda, che esporta in nazioni quali Paesi Bassi, Germania, Spagna, Portogallo e Inghilterra, ha registrato cambiamenti significativi nella domanda, nella concorrenza e nelle difficoltà logistiche che impattano sulle sue attività.
© Lina Frutas
La Lina Frutas esporta il 100% della sua produzione di mango in Europa, mentre l'uva da tavola affronta la concorrenza dei produttori di Perù e Cile. "L'inizio anticipato o ritardato della stagione in Perù ha un impatto diretto su di noi", hanno affermato Michel Nasrallah e Priscila Nasrallah, rappresentanti della Lina Frutas. Nonostante i rigorosi requisiti in termini di qualità e certificazioni, gli esportatori continuano a dare priorità al mercato europeo per via della sua maggiore stabilità.
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Le varietà di uva da tavola e mango svolgono un ruolo fondamentale nella competitività del settore. "Per quanto riguarda l'uva da tavola, l'azienda esporta varietà come Iris (rossa senza semi) e nere senza semi, nonché varietà premium come Autumn Crisp, Timpson e Sugar Crisp. Per quanto riguarda il mango, dominano le varietà Tommy, Palmer, Keith e Kent. Tuttavia, l'azienda ha ridotto la produzione della Haden a favore della Tommy. La diversificazione dell'offerta risponde alle tendenze del mercato e alle preferenze degli acquirenti, alla ricerca di prodotti di qualità e con una buona tenuta post-raccolta", hanno aggiunto Michel e Priscila.
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"Il consumo di mango sta crescendo rapidamente negli Stati Uniti, rendendolo uno dei frutti tropicali più richiesti. Tuttavia, le normative fitosanitarie, come il trattamento idrotermico, limitano le esportazioni brasiliane. Inoltre, gli audit dell'USDA hanno limitato l'accesso ad alcuni produttori, a causa della presenza dei moscerini della frutta, il che ha portato a un eccesso di offerta sul mercato interno e a un calo dei prezzi", hanno continuato i due rappresentanti.
Il comportamento del mercato è risultato volatile, con variazioni di prezzo a seconda della qualità e della disponibilità del prodotto. "In Brasile, i prezzi sul mercato interno possono risultare interessanti in determinati periodi, ma le esportazioni restano generalmente più redditizie. Ci sono momenti in cui il mercato locale offre margini migliori, rispetto a quello estero, ma affidarsi esclusivamente a questo è rischioso, poiché i prezzi possono subire bruschi cali nel giro di poche settimane", hanno sottolineato Michel e Priscila. L'eccesso di offerta, causato dalle restrizioni imposte alle esportazioni verso gli Stati Uniti, ha spinto i prezzi interni fino a livelli molto bassi, arrivando per i mango a toccare i 0,10 euro/kg.
Dall'altra parte, la domanda di uva da tavola di qualità continua ad aumentare, soprattutto nei supermercati premium europei. "Le certificazioni sono sempre più apprezzate, anche se i consumatori non sono sempre disposti a pagare di più per prodotti con sigilli di sostenibilità. Il mercato richiede sempre più certificazioni, ma il consumatore finale non sempre è disposto a pagare la differenza", hanno evidenziato Michel e Priscila.
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Le condizioni meteo hanno pesantemente influenzato la produzione. Nel 2024, le piogge eccessive nella prima metà dell'anno hanno ridotto la produzione di uva da tavola del 65%, influendo sui volumi di esportazione. "Normalmente, abbiamo 500-600 mm di pioggia all'anno, ma in un solo mese ne abbiamo avuti più di 800-900 mm", hanno affermato i due rappresentanti. Questo ha reso ancora più necessario un attento piano finanziario per garantire la stabilità dell'attività.
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Per quanto riguarda la logistica, la congestione nei porti e negli aeroporti brasiliani rimane un problema. "Negli aeroporti non c'è più spazio nei magazzini e le merci deperibili vengono lasciate sulla pista", hanno sottolineato Michel e Priscila. I ritardi e i costi aggiuntivi di stoccaggio incidono negativamente sulla competitività degli esportatori brasiliani.
"Tuttavia, siamo ottimisti per i prossimi anni. Sappiamo che le condizioni climatiche e le difficoltà fanno parte integrante della nostra attività. È per questo che continuiamo a crescere ed espandere ogni anno le nostre aree di coltivazione", hanno concluso Michel e Priscila.
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