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Associazione dei Castanicoltori dell’Emilia- Romagna

"Tutto sommato il raccolto 2024 di castagne non è stato negativo"

"Diciamo subito che i risultati del raccolto 2024 sono stati molto buoni, pur se occorre tener conto di una serie di eventi apparentemente contraddittori. Secondo i dati comunicati da Arpae, il 2024 è stato l'anno più piovoso dal 1961, in particolare durante i mesi di settembre e ottobre. Un fatto che, se da un lato ha favorito l'ingrossamento dei ricci e dei frutti, dall'altro ne ha diminuito il grado zuccherino". Lo afferma Renzo Panzacchi, presidente dell'Associazione dei Castanicoltori dell'Emilia-Romagna.

La raccolta è iniziata, in ritardo, tra l'8 e il 10 ottobre ed è stata ostacolata dalle continue piogge, talmente abbondanti da provocare ristagni d'acqua pressoché in tutti i castagneti.

© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.it

"In compenso, le temperature di ottobre, pur se leggermente superiori alla media (12/16 °C), sono sempre state molto al di sotto dei 22/25 °C degli ultimi 3- 4 anni. Si è venuta a creare una situazione che, talvolta, ha imposto di sospendere la raccolta manuale, lasciando i frutti a terra in condizioni di grande umidità. Inoltre, l'eccesso di acqua ha fortemente limitato l'impiego delle macchine raccoglitrici, che nel nostro Appennino sono esclusivamente del tipo ad aspirazione".

E prosegue: "Nonostante tutto, il raccolto è stato particolarmente abbondante fino al 26/28 ottobre, quando sono cessate le piogge e nel giro di due giorni le temperature sono salite oltre i 20-22°. Le temperature elevate e la persistente elevata umidità hanno determinato l'immediata "esplosione" di muffe e funghi, che hanno deteriorato i frutti ancora a terra, rendendoli inadatti alla commercializzazione. La produzione rimasta a terra è concordemente stimata dai vari consorzi castanicoltori attorno al 20/25% del totale prodotto. Il raccolto complessivo, pur se limitato al periodo 8/10-26/28 ottobre è risultato superiore del 73% rispetto al 2023 (+ 53% a valore). È importante sottolineare che, se consideriamo l'intera produzione (compresa quindi la quota rimasta a terra), si può affermare che i castagneti siano tornati ai livelli produttivi pre-cinipide. E questa è una notizia molto positiva e incoraggiante".

In generale, occorre "l'applicazione di buone pratiche colturali per gestire razionalmente il castagneto, come lo sfalcio del sottobosco più tardivo possibile per preservare più a lungo una maggiore umidità dell'aria all'interno del castagneto. Inoltre, per quei castagneti che hanno la possibilità di accedere alla risorsa idrica, l'irrigazione ad aspersione sotto chioma (es. sprinkler, micro-jet) potrebbe probabilmente essere una soluzione per gestirla razionalmente, con il duplice scopo di fornire acqua all'apparato radicale e aumentare l'umidità dell'aria all'interno del castagneto".

"Inoltre, quest'ultima pratica potrebbe anche essere adottata per climatizzare (rinfrescare) i castagneti nelle giornate estive caratterizzate da elevate temperature, mantenendo quindi le piante (fotosinteticamente) attive per la sintesi degli zuccheri necessari a un ottimale sviluppo dei frutti. L'adozione di queste pratiche colturali potrebbe quindi migliorare la crescita dei ricci e di conseguenza incrementare la qualità dei frutti (pezzatura) e la produttività dei castagneti", conclude Panzacchi.

Per maggiori informazioni
Renzo Panzacchi
conscastanicoltori@libero.it