Dall'epidemia di salmonella del giugno 2024, che ha provocato negli Stati Uniti ricoveri ospedalieri in 34 Stati a causa dei cetrioli, ai casi di Salmonella registrati in tutta Europa, legati alla lattuga contaminata, la sicurezza alimentare è diventata un tema sempre più rilevante negli ultimi mesi, rimanendo al centro delle preoccupazioni dei consumatori.
"Purtroppo, nonostante tutta l'omogeneizzazione avvenuta nel settore ortofrutticolo nel corso dei decenni, le pratiche di sicurezza alimentare continuano a variare notevolmente tra continenti e Paesi, e garantire la loro efficacia resta una sfida", afferma Benjamin Singh della Food Freshly di Bielefeld (Germania), azienda specializzata in prodotti innovativi per il mantenimento della freschezza di frutta e verdura di IV gamma.
In Europa e Stati Uniti, nelle epidemie di malattie trasmesse dagli alimenti, si è spesso scoperto che i prodotti ortofrutticoli identificati come fonti di contaminazione erano stati trattati con metodi di lavaggio disinfettante. Tuttavia, nonostante questo trattamento, in entrambi i casi è stata riscontrata la presenza di batteri pericolosi, responsabili di malattie e, in alcuni casi, di ricoveri ospedalieri. La lezione che possiamo trarre da questi episodi è che non esiste un controllo al 100%. Si può solo migliorare i processi e mantenere pulite le linee di lavaggio, qualora vengano utilizzati disinfettanti, ma non esiste una garanzia totale contro la contaminazione.
Ma oltre agli aspetti legati all'immagine e alla reputazione aziendale, c'è anche una forte motivazione finanziaria a favore di una sicurezza alimentare ottimale. Singh aggiunge: "Se non siete ancora convinti, provate a fare un test di richiamo. Quanto costerebbe ritirare un pallet, due pallet o mezzo carico di camion? Ricevere un rifiuto da un cliente è l'incubo di ogni azienda ortofrutticola. Non solo non sarete pagati per il prodotto, ma dovrete anche smaltirlo. E, in alcuni casi, potreste dover rimborsare il cliente per il prodotto".
© Hugo Huijbers | FreshPlaza.itBenjamin Singh (a sinistra) e i suoi colleghi della Food Freshly a Fruit Logistica di quest'anno.
"Tutti sanno che è in gioco un'enorme quantità di denaro, e questo è anche una motivazione forte e convincente sull'importanza di garantire la sicurezza alimentare. Vediamo anche molti Paesi in Asia che hanno ancora problemi di sicurezza alimentare, il che ostacola le esportazioni verso l'Europa o gli Stati Uniti. Nazioni come l'India, pur producendo grandi quantitativi di frutta e verdura, non riescono ancora a esportare quanto vorrebbero".
L'uso di agenti disinfettanti e lavaggi con cloro è ampiamente adottato in molti Paesi per limitare la diffusione di batteri potenzialmente letali, ma anche questi metodi non sono infallibili e presentano svantaggi significativi non correlati alla sicurezza alimentare. Singh spiega: "Per molte aziende, l'uso del cloro è considerato essenziale, ma comporta diversi svantaggi. Tra questi, l'odore pungente durante l'applicazione, l'esposizione dei lavoratori, incluso il rischio di un ambiente tossico se non attentamente controllato, e naturalmente c'è il grande problema dei residui che possono rimanere su frutta e verdura".
Sebbene il cloro non sia così tossico come si potrebbe pensare (dopotutto, nuotiamo in piscine trattate con questa sostanza), il problema riguarda i residui. "Durante il trattamento con cloro si generano alcune sostanze chimiche che nessuno vorrebbe trovare nei propri alimenti. Le aziende agricole devono quindi testare i prodotti finali per rilevare eventuali residui indesiderati. Sebbene il cloro possa eliminare i batteri microbici, che dire di tutti questi potenziali residui chimici, derivanti dalle misure di sicurezza alimentare, che potrebbero rimanere sui prodotti? Questo rappresenta un ulteriore grattacapo per i produttori".
Pensare in modo non convenzionale
In alcuni casi, i residui di agrofarmaci sono stati responsabili delle restrizioni all'esportazione in Asia, e lo stesso potrebbe verificarsi in alcune regioni dell'Africa. Singh osserva: "Negli ultimi anni abbiamo avuto segnali che i coltivatori africani stanno entrando nel settore della frutta di IV gamma in Europa, e garantire la sicurezza alimentare abbracciando nuovi metodi contribuirà a far crescere questo mercato. Come si è visto con il nuovo sistema Produce Wash della Food Freshly, crediamo che si possano ottenere miglioramenti nelle pratiche di sicurezza alimentare pensando in modo non convenzionale e andando oltre i tradizionali prodotti chimici post-raccolta. Un approccio di questo tipo può avvantaggiare tutti i soggetti coinvolti nella filiera ortofrutticola, dai coltivatori e dagli addetti al confezionamento fino ai rivenditori e ai consumatori".
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Benjamin Singh
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