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Giovedi 17 aprile a Corigliano Rossano

Agrumeti in agroecologia, un incontro dal taglio internazionale con operatori accademici e di campo

La crisi climatica e ambientale in atto sta mettendo a dura prova tutte le coltivazioni, comprese quelle biologiche. Esperti e studiosi confermano che la mera sostituzione di mezzi tecnici possa non bastare a rendere resilienti e ancora produttivi gli agrumeti.

Parte da questo assunto l'iniziativa di UpBio, ABC Calabria, Rete Humus e Carpe Naturam, voluta nell'ambito del progetto NATUR BIO, che punta a sensibilizzare i cambiamenti in ambito agroecologico generati dall'evoluzione climatica.

Un incontro di taglio internazionale e dal titolo "Agrumeti in agroecologia. La coltivazione agrumicola per la rigenerazione della fertilità organica dei suoli, della biodiversità e di relazioni umane giuste" in programma a Corigliano Rossano, giovedì 17 aprile 2025 farà incontrare, in Calabria, operatori accademici e di campo come Miguel Altieri e Clara Nichols dell'Università di Berkeley California, l'agronomo Francesco Perri, Davide Neri (professore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali Università Politecnica delle Marche) e Alessandra Corrado (docente del Dipartimento Scienze Politiche dell'università della Calabria).

© Francesco Perri

Maurizio Agostino, presidente di Agricoltura Biologica Calabria (ABC) e di Rete Humus, introdurrà i lavori che saranno coordinati da Edmondo Minisci, titolare dell'impresa agricola Carpe Naturam. Un appuntamento tra esperti in materia agrumicola e in agroecologia, che punta a codificare strategie reali ed efficaci di concreta crescita della sostanza organica umificata dei suoli e di coesistenza delle piante coltivate con aree e reticoli rinaturalizzati di servizio ecologico, indispensabili all'attenuazione degli eccessi climatici.

"Dal punto di vista sociale sono determinanti le azioni finalizzate all'inclusione responsabile di ogni figura sociale e di maestranza, interessata alla conduzione delle coltivazioni, fino ai consumatori finali", spiega Alessandra Corrado, sociologa e docente dell'Università della Calabria.

L'importanza di un incontro internazionale si sposa perfettamente con l'esigenza di valorizzare la coltivazione agrumicola in biologico che in Italia segna una superficie di 33.007 ettari, cioè il 29,5% della superficie agrumicola totale investita. Si tratta dell'incidenza più alta fra le colture presenti nel nostro Paese sul totale coltivato. I dati, forniti dal Sistema di Informazione Nazionale sull' Agricoltura Biologica (SINAB) ci restituiscono un panorama agricolo che vede la Calabria coltivata per 10.685 ettari di agrumi biologici (circa un terzo della superficie agrumicola regionale). In Sicilia vi sono invece 18.579 ettari di agrumi biologici, su un totale di circa 60 mila, cioè oltre il 30% degli agrumi siciliani.

"La convezione biologica degli agrumeti – dice Maurizio Agostino – è avvenuta a partire dal 1996, per circa 10-15 anni. Da qualche anno siamo al consolidamento delle superfici in biologico, con poche oscillazioni di anno in anno. Sono dati che mettono in evidenza la forte propensione degli agrumi calabresi e siciliani alla conversione al metodo biologico. Tutto questo assume ancora più importanza se valutiamo che in meno di 30 anni si sono realizzati soprattutto processi colturali evolutivi che hanno consentito l'eliminazione dei principi chimici di sintesi dalle pratiche di fertilizzazione dei terreni, di nutrimento delle colture e di difesa delle piante. Sostituiti da sistemi e tecniche basate sull'uso di sostanze organiche e di derivazione naturale".

Il seminario si propone proprio di approfondire queste tematiche, coinvolgendo agrumicoltori biologici interessati, così come tecnici e operatori specializzati.

Clicca qui per consultare il programma del convegno.

Per maggiori informazioni:
Associazione Agricoltura Biologica Calabria
agricolturabiologica.calabria@gmail.com

Data di pubblicazione: