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Uno studio ARSAC riscopre un tesoro dimenticato

Antiche cultivar di ciliegio in Calabria

Un tuffo nella storia agricola della Calabria, tra sapori autentici e biodiversità da preservare. È questo l'obiettivo dello studio condotto da Antonio Scalise e Tommaso Scalzi dell'A.R.S.A.C. - Centro sperimentale dimostrativo di Cropani Marina (CZ), che hanno dedicato anni di lavoro, 32 per la precisione, alla ricerca e alla valorizzazione delle antiche cultivar di ciliegio (e non solo) calabresi.

La ricerca nasce da una finalità morale: salvare il patrimonio frutticolo locale, prima che scompaia del tutto. Insieme al ciliegio, sono state recuperate anche varietà di pere, mele, castagne e altri frutti storici, oggi conservati in un campo sperimentale situato a circa 1.000 metri di altitudine, dove sono state messe a dimora oltre 5 piante per ogni cultivar. A completare il progetto, la creazione di siepi per attirare insetti utili e mantenere l'equilibrio dell'ecosistema.

© Antonio Scalise e Tommaso Scalzi - ARSACVarietà Bombino

"In Calabria non esiste una vera e propria filiera del ciliegio – spiega Antonio Scalise – perché la coltivazione è sempre stata promiscua. Nelle case di campagna c'erano melograni, noci, ciliegi, ma mai su grandi estensioni". Per questo motivo, nei dati Istat relativi alla Regione, il ciliegio viene spesso classificato tra le "altre colture", senza una voce dedicata, secondo il ricercatore. Attualmente si stima che in Calabria ci siano circa 40 ettari coltivati a ciliegio, sparsi in piccoli appezzamenti tra Castrovillari, Roseto Capo Spulico (dove esiste anche un marchio De.Co.) e altre aree.

Lo studio pubblicato da ARSAC rappresenta una base scientifica e pratica a disposizione di chi voglia investire sul recupero delle varietà locali. Il campo raccolta germoplasma del ciliegio è situato in località Crongerino di Zagarise (CZ). Lo studio delle accessioni ha riguardato le caratteristiche dell'albero, la fioritura e la fruttificazione, allo scopo di individuare le migliori varietà. La valorizzazione di varietà autoctone può contribuire a rilanciare una frutticoltura tradizionale legata al territorio.

© Antonio Scalise e Tommaso Scalzi - ARSACCampo raccolta germoplasma cerasicolo di Crongerino

Il lavoro dei ricercatori ha permesso di individuare le varietà più promettenti. "La Nicastrese, ad esempio, si è distinta per le eccellenti qualità organolettiche. La Nero, che nonostante la scarsa produttività, mostra una fioritura elevata, un buon gusto e una data di raccolta dalla terza decade di giugno. La Bombino, con la sua polpa dura, si presta bene alla conservazione sotto spirito. La Maiatico, seppur meno pregiata dal punto di vista del sapore, è una primizia che sfugge all'attacco della mosca della frutta, una delle principali avversità delle drupacee", riferisce Scalise. "Il ciliegio calabrese vegeta bene nelle zone collinari e montane, ma presenta alcune criticità come la presenza della mosca della frutta, il verificarsi di gelate tardive e la carenza di manodopera. Eppure queste cultivar, che hanno resistito per decenni sul territorio, sono un patrimonio genetico prezioso e potenzialmente più resistente ai cambiamenti climatici".

© Antonio Scalise e Tommaso Scalzi - ARSACVarietà Maiatico

A partire dal 1993, l'ARSAC è impegnata nella raccolta di germoplasma di vecchi fruttiferi (melo, pero, ciliegio, castagno, e altri) diffusi sul territorio calabrese, costituendo alcuni campi catalogo. Le marze delle varietà di ciliegia presenti nel campo di Crongerino provengono da diversi comuni calabresi e in particolare: la Grafioni da Nicastro (CZ); la Gambo lungo e la Sottocase da Zagarise (CZ); la Posino da Taverna (CZ); la Imperiale da Camigliatello Silano (CS); la Limune, la Bombino, la Nicastrese, la Maiatico da Petronà (CZ); la Nero da Sersale (CZ); la Decollatura da Decollatura (CZ).

Un'opportunità concreta per riscoprire un frutto che un tempo era parte integrante della vita agricola calabrese e che oggi potrebbe tornare protagonista in chiave moderna e sostenibile. "Una vera e propria filiera oggi non c'è, ed è difficile da costruire, ma ci sono margini per piccole realtà, come agriturismi o aziende familiari, che vogliano diversificare le coltivazioni con piante autoctone", conclude Scalise.

© Antonio Scalise e Tommaso Scalzi - ARSACVarietà Limune

Per approfondimenti, leggi qui le caratteristiche principali delle antiche cultivar di ciliegio calabresi.

Per maggiori informazioni:
ARSAC - Azienda Regionale per lo Sviluppo dell'Agricoltura Calabrese
www.arsacweb.it