Uno dei problemi maggiori della castanicoltura italiana è quello della frammentazione della produzione: infatti sono circa 15.000 le aziende agricole che sul territorio nazionale coltivano 37.500 ettari censiti nel 2023. La superficie media delle aziende castanicole varia da 2 a 3 ettari e, sotto il profilo commerciale, questa situazione rischia di compromettere una corretta distribuzione soprattutto verso la GDO, che necessita di adeguate quantità di prodotto per soddisfare i propri clienti.
© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.it
"Per rispondere alla domanda, i Consorzi dei castanicoltori dell'Appennino Bolognese, dell'Appennino Modenese e dell'Appennino Reggiano, che nei rispettivi territori producono il pregiato Marrone, hanno inteso dare vita a un nuovo raggruppamento che molto presto diverrà Consorzio di secondo grado, con l'intento di aumentare le loro potenzialità commerciali, immettendo sul mercato una linea di prodotto che si fregerà appunto del marchio Marrone dell'Appennino Emiliano", spiega l'esperto Luciano Trentini, coordinatore del salone dedicato al castagno a Macfrut, dove si terrà una presentazione ci questa realtà (martedì 6 maggio ore 11, padiglione A1, Meeting Area Castagno).
© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.it
Ai fini commerciali, il futuro Consorzio trova la collaborazione di una impresa terza, in questo caso, Mitica srl, che è in grado di ritirare tutta la produzione, lavorarla, curarne il packaging e immetterla nei più opportuni canali commerciali. Ricordiamo che Mitica srl dispone di tutte le infrastrutture necessarie per mantenere inalterate le caratteristiche del Marrone, per conservarlo sano e per garantirne la qualità fino all'arrivo sul punto vendita.
© Cristiano Riciputi | FreshPlaza.it
La castanicoltura dell'Emilia-Romagna, che rappresenta circa il 6% di quella nazionale, è collocata nel medio e alto Appennino, a sud della Via Emilia, e copre una superficie di circa 2.600 ettari, suddivisa fra castagne e, soprattutto, marroni. Questa nuova aggregazione produttiva rappresenta il 35,7% della superficie rispetto al totale regionale, ed è composta da circa 200 produttori in grado di fornire, a seconda delle annate, circa 3000/5000 quintali di Marrone dell'Appennino Emiliano, da immettere sul mercato con un logo e un packaging appositamente predisposti.
L'idea vincente sta nel fatto che la produzione che deriva da antichi castagneti tradizionali coltivati con il classico "Sesto Matildico", sono in grado di fornire un prodotto molto omogeneo, dolce, di buona pezzatura, e connotato dalla caratteristica colorazione biondo/avana, data proprio dalla tipologia dei suoli. Tutta la produzione che deriva da questo raggruppamento rispetta un rigoroso disciplinare che gli stessi consorziati hanno contribuito a mettere a punto e che non prevede l'impiego di mezzi chimici, ma che piuttosto si affida, in caso di necessità, alla lotta biologica, come nel caso della difesa dal cinipide o dalle cidie del castagno.
"La scelta di presentare il marchio "Marrone dell'Appennino Emiliano" a Macfrut 2025 è data dalla opportunità di incontrare tanti operatori commerciali, in particolare della GDO, per promuovere il nuovo marchio e soprattutto per fare apprezzare ai più l'impegno dei nostri castanicoltori nel produrre questa autentica eccellenza con metodi innovativi ma rispettosi della tradizione e del territorio", conclude Trentini.
Clicca qui per il programma completo nell'area Meeting Castagno di Macfrut