
I moscerini della frutta saranno contenti: gli scienziati americani sono riusciti ad allungare la loro vita di un terzo. Ma le ricadute positive potrebbero interessare anche gli esseri umani. Secondo quanto riportato dal periodico Nature Chemical Biology, la scoperta che una singola proteina inibisce il processo d'invecchiamento ha infatti implicazioni per la longevità umana e per il trattamento di molte delle malattie più temute.
"Questo studio è importante per due ragioni - ha dichiarato l'autore Richard Roberts, professore associato di chimica presso l'Università della Southern California - Prima di tutto, perché dimostra che un singolo inibitore può alterare radicalmente l'aspettativa di vita. E' infatti degno di nota che una cosa del genere si possa ottenere con una sola mutazione genetica. In secondo luogo, lo stesso meccanismo può essere applicato per sviluppare nuove terapie."
Le prime ricerche applicate ai moscerini della frutta descrivono un nuovo metodo per bloccare i recettori coinvolti nel processo d'invecchiamento e nello sviluppo di determinate patologie. I recettori sono proteine che trasmettono segnali attraverso la membrana cellulare. Nei moscerini, Roberts e il suo team hanno realizzato brevi catene proteiche in grado di bloccare i recettori, con il risultato che la vita degli insetti si è allungata di un terzo, senza apparenti effetti collaterali.
La stessa azione di blocco potrebbe funzionare anche con quella classe di recettori (B GPCR - G protein-coupled receptors) che svolgono un ruolo di primo piano tanto nello sviluppo quanto in varie malattie, tanto che almeno un quarto di tutti i farmaci si focalizza proprio sul contrasto di questi recettori.
Fonte: Physorg