Secondo l'ente di ricerca Inran (Istituto Nazionale di Ricerca per gli alimenti e la Nutrizione) i prodotti ortofrutticoli d'importazione, come ciliegie, fagiolini, albicocche, pesche etc., non sono diversi dai nostri. In linea di massima presentano le medesime caratteristiche nutrizionali e organolettiche; quello che può renderli "diversi" sono i passaggi che subiscono: trasporto, stoccaggio, permanenza nelle celle frigorifere e a quant'altro.Di solito, se i prodotti ortofrutticoli devono viaggiare a lungo - spiegano i ricercatori dell'Inran - la raccolta viene effettuata precocemente, ad uno stadio di maturità ancora non completo. In tal caso, possono esserci dei riflessi sul gusto dei prodotti, specialmente per quanto riguarda quei frutti che smettono di sintetizzare gli zuccheri quando vengono staccati dalla pianta. Quando c'è da affrontare un lungo percorso, inoltre, si scelgono di norma delle varietà ortofrutticole di consistenza robusta, perché maggiormente resistenti agli urti o alla conservazione, caratteristiche che talvolta, tuttavia, possono non coniugarsi con un buon sapore.
In realtà - spiaga l'Inran - la composizione chimica, nutrizionale e le caratteristiche organolettiche dei prodotti ortofrutticoli dipendono da numerosi fattori: varietà, periodo di raccolta, grado di maturazione alla raccolta, procedure e tecniche di coltivazione, mezzi chimici impiegati, caratteristiche ambientali e podologiche. L'incidenza di tutti questi fattori sulla qualità nutrizionale (zuccheri, acidi organici, vitamine, ecc.) e organolettica dei prodotti ortofrutticoli sta ad indicare lo stretto legame esistente tra qualità e ambiente di provenienza, inteso non solo dal punto di vista geografico, ma anche delle abitudini e tradizioni colturali che insistono sul territorio.
Questi fattori determinano anche la presenza e la concentrazione dei composti minori ad azione protettiva nei riguardi della salute (composti con capacità antiossidante), sui quali tanta attenzione è stata riposta in questi ultimi anni sia dalla ricerca scientifica che dai consumatori.
Fonte: repubblica.it