Conserva di pomodoro a rischio perché mancano i materiali, come l'alluminio e la banda stagnata per i barattoli? Ebbene sì: tra gli strascichi del mercato globale determinati dalla pandemia, c'è anche la difficoltà a reperire materie prime per l'industria di trasformazione. A tal punto che il comparto del pomodoro da industria - in previsione di una campagna con un surplus produttivo - potrebbe trovarsi nella condizione di individuare soluzioni alternative ai packaging più diffusi nel settore (vedi articolo correlato).
In tale situazione l’eccezione che conferma la regola riguarda tutte quelle aziende che, negli anni, hanno ponderato la scelta di optare per packaging alternativi, nell'ottica di prodotti sostenibili realizzati con materiale riciclabile e ultraleggero.
Ne abbiamo parlato con Stefania Montali, titolare dell’impresa emiliana Industrie Montali che da oltre un secolo trasforma pomodoro coltivato, raccolto e lavorato solo in Italia.

"Abbiamo approntato ormai da anni una linea di sughi pronti disponibili in pratiche bustine termosaldate in alluminio accoppiato, in formato monodose da 90 grammi. Rispetto agli altri imballi, comportano un minor impatto ambientale (leggero, maneggevole e versatile) con una serie di vantaggi, non ultimo quello di contrastare lo spreco alimentare e conservare gli alimenti per lunghi periodi, preservandone le proprietà nutrizionali e il sapore".
Tutti questi vantaggi si traducono in un risparmio economico nella fase di confezionamento, trasporto e distribuzione, per cui è possibile consegnare al consumatore finale un prodotto rispettoso dell'ambiente a un prezzo competitivo rispetto allo stesso prodotto imballato in plastica o in materiali più pesanti, come il vetro.

"Tra le novità in cantiere, c'è una nuova linea di produzione che vedrà rinnovato il parco macchine, onde aumentare la capacità produttiva in virtù di nuovi mercati che si affacciano al made in Italy. A questi vogliamo dare garanzia di qualità e sicurezza alimentare: Sudafrica, Stati Uniti, Panama e gli Emirati Arabi, per esempio, risultano essere tra i nuovi Paesi dove esportiamo la linea biologica e vegana. Sono tutti mercati che considerano la filiera tracciabile un parametro importante di qualità".
"La tendenza infatti è mangiare di meno, ma con ingredienti di qualità acquistati senza guardare al prezzo. Una tendenza che corre parallelamente al cambiamento culturale che, nel settore food, punta a rivalutare il cibo delle tradizioni locali rispetto al cibo/gusto omologato, di cui si conosce genericamente la materia prima, ma nulla si sa sui processi di trasformazione".

In tale direzione, nell’impossibilità di sintetizzare l’enorme mole di dati e di evidenze sul tema, è utile leggere il libro inchiesta sul cibo del giornalista e saggista statunitense “Il dilemma dell’onnivoro” (The Omnivore’s Dilemma: A Natural History of Four Meals, 2006) e riflettere su quanto scrive Pollan: "Quando è possibile mangiare quasi tutto ciò che la natura ha da offrire, decidere cosa è bene mangiare genera inevitabilmente una certa apprensione, soprattutto se certi cibi possono rivelarsi dannosi per la salute o addirittura letali".
L'ampia gamma dei prodotti EasyMontali, tra linea snack, linea sughi pronti, linea catering e linea bio e vegana, incontra molteplici esigenze e si propone sia al settore retail, horeca sia a quello private label con una quota export pari all'80% tra Stati Uniti, Panama, Emirati Arabi, Singapore, Gran Bretagna, Germania, Rep, Ceca e Belgio.
Contatti:
Industrie Montali
Strada per Aiola, 5/G
42027 Montecchio Emilia (RE) – Italy
Tel.: +39 0522 863186
Email: [email protected]
Web: easyline-montali.it