“Volge al termine la campagna del melograno siciliano, con volumi destinati alla trasformazione industriale nettamente inferiori rispetto all'annata precedente. Le rese in campo sono state inferiori del 20%, ma ciò non ha compromesso l'elevata qualità dei frutti. Nello specifico, il succo di melagrana presenta quest'anno caratteristiche organolettiche e grado brix apprezzabili. I cambiamenti climatici e soprattutto la siccità hanno avuto una ricaduta sulla dimensione dei frutti, che si presentano di pezzatura medio-piccola”. Così Salvatore Imbesi, manager della Agrumi-Gel, noto marchio siciliano specializzato nella trasformazione di agrumi, melograno e frutta estiva.
In foto, Imbesi manager della siciliana Agrumi-Gel.
Tradizionalmente, in Sicilia si coltivavano solo melograni di varietà locali, soprattutto la Dente di Cavallo, oppure la Mollar, molto apprezzata per i semi morbidi. In anni più recenti, con l'introduzione delle varietà Wonderful, Parfianka e Acco sono aumentate resa, qualità estetica e gusto persistente dei frutti. Tra le varietà più diffuse, la Acco è quella più precoce: ha una campagna che comincia a fine settembre e una produttività variabile dalle 25 alle 30 tonnellate per ettaro, mentre la Wonderful parte a ottobre inoltrato e produce tra 35 e 45 tonnellate per ettaro.
“La scarsa disponibilità di materia prima in Sicilia, Calabria e Puglia - spiega Salvatore Imbesi - ha comportato di conseguenza l’aumento di prezzo dei frutti, circostanza che ha determinato - in un clima generalizzato di crisi e calo dei consumi - la difficoltà delle aziende produttrici a collocare il prodotto sul mercato".
"In particolare - aggiunge Imbesi - a farne le spese è il mercato italiano, che soffre la mancanza di una normativa certa che tuteli la provenienza di un prodotto di nicchia qual è il melograno. Come noto, l’arrivo di frutti - coltivati con regole diverse dalle nostre - dall'estero sul mercato interno riduce l’interesse delle aziende di trasformazione a processare il prodotto in questione, in quanto la sua produzione non trova la giusta collocazione sul mercato in fase di commercializzazione".
"La competizione da parte del prodotto che arriva dall'estero a prezzi stracciati scoraggia i produttori italiani, in quanto non si vedono riconoscere nemmeno i costi di produzione. Specialmente nell’interland catanese si sta verificando anche l'abbandono delle coltivazioni, con la conseguente estirpazione degli impianti. Un danno enorme per l’intera filiera - principalmente per quei produttori che, nell’ottica di diversificare le proprie produzioni di agrumi, avevano deciso di impiantare un frutto innovativo come il melograno".
"I percorsi in atto che Agrumi-Gel persegue da anni - precisa Salvatore Imbesi - così come per gli agrumi, anche per le produzioni di melograno, limone e, ultimo arrivato, il fico d'India sono funzionali al successo di un'intera filiera, dove per crescere bisogna unire le forze e puntare su forme aggregate di produzione per garantire volumi e continuità delle forniture. Pertanto, parallelamente al nostro impegno, serve anche un cambio di mentalità: fidarsi l'un l'altro per riuscire a fare massa critica, nell'ottica di aggredire i mercati esteri".
Agrumi-Gel esporta i propri prodotti in cinque continenti. I volumi in percentuale sono così articolati nelle diverse aree geografiche: 10% Italia; 50% Europa; 15% Giappone; 10% America. Il marchio effettua la vendita diretta alle aziende imbottigliatrici, in tutto il mondo. Il prodotto viene fornito in fusti di metallo da 220 litri, fustini e secchielli in plastica da 25 kg, cisterne da 25 tonnellate.
I destinatari dei prodotti sono multinazionali e aziende operanti nella produzione di bevande o prodotti cosmetici e alta profumeria per quanto riguarda la forniture di oli essenziali. Con la recente implementazione di un reparto di confezionamento del prodotto finito in brick e bottigliette, anche i singoli consumatori potranno scegliere il marchio nell'acquisto delle bibite.
Per maggiori informazioni:
Agrumi-Gel S.r.l.
C.da Girotta
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