Il costo delle materie prime e dell'energia, i costi dei trasporti e la forte domanda di substrati di coltivazione che non si riescono a reperire nel Paese, nonché l'aumento del costo dei supplementi come le farine e il nuovo costo della torba, sono i principali motivi per cui i produttori, nell'analizzare la situazione attuale, hanno convenuto sulla necessità di rivedere il costo base di produzione del prodotto champignon.
"Motivi per cui - afferma Andrea Prando, presidente AIF Associazione Italiana Fungicoltori - molti fungicoltori italiani hanno dovuto ripianificare gran parte delle produzioni per il prossimo autunno, e che hanno spinto gli stessi ad acquistare buona parte di substrato di coltivazione oltreconfine, con un aggravamento di costi calcolato intorno al 20% e con la conseguenza che i funghi champignon freschi sul mercato verranno ceduti dai produttori con una lievitazione di prezzo dei listini dai 0,20 ai 0,40 euro/kg".
"Purtroppo non abbiamo alternativa - continua Prando - in quanto il settore italiano è sotto pressione da parecchi anni per la lievitazione dei costi dell'energia, delle materie prime quali la torba, i substrati, gli imballaggi il costo della manodopera e dei trasporti e già in molti casi il produttore si era fatto carico direttamente degli aumenti".
"Ora anche i substrati di coltivazione hanno avuto aumenti consistenti: ecco quindi la necessità di avere un prodotto di primissima qualità a un prezzo aggiornato e coerente con quello che il produttore offre al consumatore. La categoria - precisa Prando - intende sempre mantenere alto il livello qualità del prodotto nazionale, che viene da tempo considerato il migliore in assoluto per i consumatori italiani. Questo aumento è da considerarsi destinato solo alla copertura dei maggiori costi di produzione, resasi ormai necessaria e improcrastinabile".
E conclude: "A ottobre i produttori si ritroveranno per analizzare nel dettaglio la situazione, ma già dal mese di luglio tali aumenti inizieranno a essere operativi".
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