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Gabriel Raccah, Nativ Business Consulting:

"Il divieto di esportazione dalla Turchia causa una carenza di pomodori in Israele"

Come si vede se c'è una carenza di pomodori in Israele? "Quando compri un falafel, uno shawarma o un kebab e sono verdi invece che rossi. Significa che sono ripieni di cetrioli, e non di pomodori", afferma Gabriel Raccah, amministratore delegato della Nativ Business Consulting, importatori in Israele di frutta e verdura proveniente da tutto il mondo. "Il divieto di esportazione dalla Turchia a Israele ha un forte impatto sulla fornitura di verdure, causando in particolare una carenza di pomodori, peperoni quadrati e zucchine".

Raccah afferma che altri Paesi fornitori con accesso al mercato israeliano, hanno la grande opportunità di colmare questo gap. "È l'occasione per trovare nuovi partner e nuovi affari, considerata la situazione in Israele. La sfida più grande che abbiamo ora è la carenza di pomodori. Gli attacchi del 7 ottobre hanno causato molti danni nella nostra area di coltivazione più vasta, dove si trovano tutte le serre. Molti lavoratori thailandesi che normalmente lavorano in questa zona sono tornati nel loro Paese. Per alcuni mesi nessuno ha potuto coltivare, e i volontari hanno fatto solo il minimo indispensabile per mantenere le serre operative. Di conseguenza, a causa della carenza di manodopera, i coltivatori hanno piantato meno rispetto a un anno normale. Inoltre, agosto di solito è il mese in cui iniziamo a importare grandi volumi di pomodori dalla Turchia, insieme a peperoni quadrati e zucchine durante l'estate".

"Tradizionalmente, la produzione in Israele è comunque inferiore in questo periodo. Ora che i fornitori turchi non possono esportare in Israele, si è creato un grande vuoto sul nostro mercato. C'è un gap di produzione di 2-3 mesi per le verdure in generale, e in particolare per i pomodori e i peperoni California, il che rappresenta una sfida per la fornitura. Il fatto che la Turchia abbia interrotto le esportazioni in Israele, ha colto tutti impreparati", spiega Raccah.

Gli altri Paesi fornitori non possono eguagliare il volume proveniente dalla Turchia. Aggiunge Raccah: "Gli altri Paesi da cui si può importare non sono grandi operatori come la Turchia. Se chiami un fornitore turco puoi avere fino a 100 container. In Europa non trovi le stesse quantità. È molto impegnativo: la logistica richiede più tempo, mentre la Turchia è a soli 2-3 giorni di distanza. Abbiamo bisogno di 8-10 giorni dai Paesi Bassi e, con tempi di trasporto così lunghi, è difficile mantenere un buon prodotto e una shelf life adeguata. Inoltre, la maggior parte dei produttori europei nei Paesi Bassi, in Belgio e in Polonia sono già impegnati in programmi di fornitura con i supermercati, quindi non hanno disponibili sufficienti container".

La Nativ Business Consulting è un'azienda privata che, da oltre 25 anni, importa in Israele frutta e verdura proveniente da tutto il mondo. I principali prodotti importati sono mele e pere, principalmente dall'Italia, ma anche da Francia, Stati Uniti e Argentina. "Importiamo molte cipolle dai Paesi Bassi. Forniamo mirtilli 12 mesi all'anno. Dal Sudafrica importiamo uva da tavola, solitamente a partire da dicembre, a seconda della stagione, fino alla fine di marzo o all'inizio di aprile. In passato importavamo i mirtilli dall'Argentina, ma ora si stanno lentamente aprendo molte altre possibilità con Paesi Bassi, Spagna, Perù, Cile e Uruguay. Questi Paesi ci consentono di avere una fornitura per 12 mesi. Forniamo supermercati e grossisti coprendo la maggior parte del territorio di Isarele, da nord a sud", afferma Raccah.

Carenza di patate, aumento dei prezzi in Israele
Le patate scarseggiano anche in Israele e questo fa aumentare i prezzi. "Normalmente, in questo periodo, le patate dovrebbero costare tra 0,45 e 0,50 euro. Ora costano più di 1 euro all'ingrosso, un forte aumento - dice Raccah - Questo per due motivi: in primo luogo i produttori trovano un ottimo mercato di esportazione e prezzi soddisfacenti in Europa, dove spediscono grandi quantità. Si sono dimenticati però di rifornire il mercato locale, visto che in generale anche quest'anno c'è stata una carenza di produzione. Molti campi di patate sono stati distrutti a causa della guerra. Mancano le patate, come quasi tutto in Israele. In generale, tutte le verdure sono costose e il mercato registra una forte domanda".

Raccah sostiene che l'unica soluzione è quella di rifornirsi dai Paesi del Mediterraneo vicini a Israele. "Abbiamo iniziato a caricare dai Paesi Bassi. Avremmo bisogno di 20 container a settimana, ma riusciamo a trovarne solo uno o due. Gli olandesi sono tutti impegnati in programmi di fornitura. Forse riusciremo a trovare qualcuno che possa fornirci un paio di container di verdure e ci consenta di sviluppare un volume settimanale", conclude fiducioso l'operatore.

Per maggiori informazioni:
Gabriel Raccah
Nativ Business Consulting
+972 528 976940
[email protected]

Data di pubblicazione: