"In generale, il consumo del peperoncino è in crescita soprattutto negli Stati Uniti, dove è particolarmente richiesto il prodotto coltivato in Calabria. Questa regione è infatti specializzata nella trasformazione, in disparate forme, di questa spezia tipica. La bontà del prodotto finito è il risultato di un'elevata specializzazione in campo e, per quanto ci riguarda, di esperienza e conoscenza dei processi che, al momento della trasformazione, garantiscono la naturalezza della materia prima. In particolare - per quanto riguarda il peperoncino essiccato - la disidratazione a basse temperature, in modo che non vadano perdute le caratteristiche organolettiche della materia prima, in particolare gli enzimi del peperoncino". Così Gianpaolo Celli e Irene Celli, rispettivamente responsabile produzione e qualità dell'azienda Tutto Calabria. Dietro le quinte, a far quadrare i conti di un'azienda in crescita Fiorella Celli, responsabile amministrativa dell'impresa.
Gianpaolo Celli e Irene Celli
Tutto Calabria è stata tra le prime aziende produttrici di conserve vegetali del territorio: di lì a poco è stato un crescendo di attività simili, che hanno contribuito a lanciare le tipicità dell'agroalimentare italiano in altri paesi. Fondata nel 1970 come un'impresa familiare, è nata dal lavoro dei nonni, Adele e Antonio, antesignani di una storia di successo e di grande dedizione al lavoro.
Oggi l'impresa è presente in oltre dieci paesi nel mondo, grazie a una visione ambiziosa e sincera al tempo stesso: "Vogliamo essere gli ambasciatori del peperoncino e portare l'autentico gusto calabrese nella vita quotidiana di tutti gli amanti del buon cibo. Ogni peperoncino che utilizziamo è selezionato con cura, coltivato secondo tradizione e trasformato con moderne tecniche per creare prodotti che rispecchiano l'essenza stessa della nostra terra e in grado di soddisfare i palati più esigenti".
Nel corso degli anni, l'attività ha conquistato un mercato sempre più importante, oggi indirizzato soprattutto all'estero e in particolare in Europa e negli Stati Uniti. Con una quota in esportazione dell'80% la qualità e il sapore dei prodotti hanno catturato anche i consumatori nipponici, notoriamente esigenti. Inoltre, il peperoncino calabrese è riuscito a sbarcare anche a Dubai negli Emirati Arabi Uniti, e a Riad in Arabia Saudita.
L'assortimento è ampio e comprende prodotti tipici come pomodori secchi, peperoncini ripieni di tonno o di formaggio fresco, peperoncini piccanti lunghi, peperoncini piccanti a pezzi, la classica Cipolla di Tropea nella versione al naturale oppure ripiena di tonno. Tra i prodotti di punta, il peperoncino intero lavorato sottolio e il piccantino classico. Tutti i prodotti sono disponibili nei vasi da 212, 314, 1012, 3100 ml, nelle vaschette da 1,8 kg o nei secchielli in plastica da 2,8 kg per l'Horeca. "All'occorrenza - spiegano dall'azienda - siamo in grado di soddisfare le esigenze particolari di ciascun cliente".
"A fronte di un mercato in crescita - conclude Fiorella Celli - il prodotto coltivato in Italia, che di fatto rappresenta solo il 30% del fabbisogno - non è in grado di soddisfare tutte le richieste da parte dei consumatori. Ciò determina una certa dipendenza dai mercati extra-Ue (2.000 tonnellate annue da Cina, Egitto, Turchia) che possono deprimere l'offerta nazionale. Dall'estero arriva talvolta un prodotto dagli bassi standard qualitativi, importato a prezzi inferiori ai costi di produzione rispetto al mercato del peperoncino calabrese. L'elevato costo di produzione del peperoncino in Italia, sia fresco sia trasformato in polvere, è dato soprattutto dall'incidenza della manodopera e da procedure di trasformazione che si avvalgono di tecnologia di ultima generazione, al fine di ottenere una perfetta essiccazione della materia prima".
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