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Biogard

L'utilizzo di organismi utili nell'uva da tavola e nel pero

L'utilizzo di organismi utili nei vigneti è diventato negli ultimi anni di estrema attualità in considerazione di 4 aspetti principali:

  1. ridotta disponibilità di sostanze attive come conseguenza delle continue revisioni sanitarie sulla possibilità di utilizzo;
  2. le limitazioni commerciali a causa di eventuali residui presenti;
  3. la ridotta efficacia in conseguenza di un uso prolungato e molto spesso irrazionale dei prodotti autorizzati;
  4. le peggiorate condizioni fitoiatriche in tema di fitofagi con incremento delle infestazioni delle cocciniglie farinose (Planococcus ficus e Pseudococcus comstocki) e incremento della presenza di acari fitofagi non altrimenti controllabili.

Biogard, Divisione di CBC (Europe) s.r.l., propone per la difesa della vite da questi fitofagi, una linea completa di soluzioni innovative e a basso impatto ambientale in accordo con le più recenti direttive in materia di agricoltura sostenibile. Nello specifico inoltre, dal 2024, l'arrivo nel gruppo CBC di Bioplanet garantisce un'implementazione nelle strategie di difesa dell'impiego di organismi utili in applicazione di tecniche di lotta biologica classica.

Per controllare e riequilibrare la presenza delle cocciniglie è possibile effettuare introduzioni di adulti del parassitoide Anagyrus vladimiri e del predatore Criptolaemus montrouzieri.

Va sottolineato che l'impiego degli adulti garantisce ai viticoltori una corretta valutazione del rispetto delle dosi di lancio, della rapidità di azione del parassita/predatore, un insediamento nel vigneto più semplice e una minore richiesta di manodopera per il lancio. In considerazione delle diverse temperature di attività, Anagyrus (attivo a 13°C) è da preferire per i lanci primaverili (maggio) e di post vendemmia, mentre il Criptolemo (attivo a 20°C) è più efficace in piena estate.

A. vladimiri è un imenottero della famiglia Encirtidi, tipica del bacino del Mediterraneo, parassitoide di cocciniglie cotonose. La femmina adulta è lunga circa 2 mm, di colore bruno-ruggine, mentre Il maschio è più piccolo e di colore nero. Nel bacino del Mediterraneo la specie è attiva dalla primavera all'autunno (è attivo già a 13°C) e compie più generazioni, con cicli lunghi circa 3-4 settimane. La femmina depone le uova nelle neanidi di II° e III° età e nelle femmine immature. I sintomi della parassitizzazione si osservano qualche settimana dopo il lancio del parassitoide; le forme parassitizzate prima presentano un aspetto rigonfio e successivamente si trasformano in mummie di color giallo-marrone.

Le forme in fase di parassitizzazione non sono danneggiate da eventuali trattamenti con insetticidi chimici. Gli adulti sfarfallano da un foro rotondo nella mummia. Il parassitoide ha un'elevata capacità di ricerca e agisce anche a bassi livelli di infestazione, consentendo la sua utilizzazione nei lanci precoci e tardivi in pieno campo da fine aprile-inizio maggio e fino all'autunno (post vendemmia). L'Encirtide è attivo su vite sia nei confronti di P. ficus sia contro P. comstocki, come dimostrato da recenti studi dell'Università di Pisa. Il parassitoide va semplicemente rilasciato nei pressi delle piante per un'azione rapida e senza rischi di predazione da parte di formiche.

Nel bacino del Mediterraneo la specie è attiva dalla primavera sino all'autunno e a motivo di ciò il suo impiego non prospetta particolari restrizioni. Può essere utilizzato per i lanci precoci in campo aperto già da fine aprile-maggio, ma anche da luglio in avanti fino a tutto ottobre, per ridurre il carico di popolazione svernante.

Quest'ultimo aspetto della possibilità di impiego di anagyrus assume particolare rilievo in quanto in genere in post vendemmia non vengono effettuati trattamenti insetticidi, per cui il parassitoide può esprimere il suo potenziale senza essere disturbato da fattori esterni. Si tratta di una pratica (il lancio post vendemmia) consigliabile in tutte le condizioni colturali e fitosanitarie. Infatti è possibile intervenire con lanci a dosaggi diversi in funzione della presenza delle cocciniglie verificata con assoluta precisione durante la vendemmia. Nei vigneti caratterizzati dalla sola presenza dei fitofagi si utilizzano i dosaggi minori (1 confezione/ha) per aumentare nei casi dove le cocciniglie hanno già determinato danni alla coltura.

I risultati che si conseguono sono duplici, perché se da un lato si agisce direttamente sulle forme svernanti del fitofago e di conseguenza si ottiene una minore popolazione attiva nella primavera successiva, dall'altro si incrementa la presenza del parassitoide. Tutto questo determina migliori condizioni fitoiatriche per l'annata seguente.

In definitiva i lanci tardivi (post vendemmia) di A. vladimiri consentono ripopolamenti indisturbati e cospicui prima dell'inverno a cui corrispondono condizioni di popolazione utile più forte in primavera e minore tasso di svernamento delle cocciniglie.

Pero
La psilla è tuttora un problema nella difesa del pero tanto che anche nella stagione 2024 da più parti si sono registrati problemi nella gestione di questo fitofago.

In agroecosistemi in equilibrio lo sviluppo della psilla è contenuto da numerosi limitatori naturali, ma i trattamenti chimici per la difesa del pereto da altri fitofagi, e in particolare contro la cimice asiatica, determinano una drastica riduzione dei fattori naturali di controllo. In particolare all'antocoride predatore Anthocoris nemoralis è riconosciuto il ruolo di principale limitatore della psilla del pero.

Le popolazioni indigene di antocoride, falciate dai trattamenti chimici, non sono sempre in grado di raggiungere un livello tale da evitare incrementi rapidi della presenza di psilla con i conseguenti danni a piante e frutti; anche riducendo fortemente la pressione chimica è difficile ricreare velocemente una situazione di equilibrio tra le popolazioni.

A. nemoralis è un predatore della famiglia antocoridi, adattato a un regime dietetico di tipo eterofago, basato in alcune fasi del ciclo di polline e poi dalla predazione di afidi, ragnetti rossi e soprattutto psilla, che individua dopo la fioritura attratto dai cairomoni emessi dalla melata prodotta dalla crescente popolazione della stessa. L'antocoride sverna da adulto nel pereto come anche in aree naturali limitrofe.

Con i primi tepori primaverili diviene attivo, cibandosi di psilla e inizia subito a riprodursi e a predare. La femmina ovidepone sulla pagina inferiore delle foglie e le neanidi neonate iniziano subito a predare voracemente uova e neanidi di psilla. L'interazione tra le popolazioni del predatore e quelle del fitofago non è del tutto prevedibile. Può accadere che un pereto risulti per uno o più anni esente di attacco di psilla, e in altri anni si registrino invece elevate pullulazioni del fitofago. In alcune annate le popolazioni selvatiche di A. nemoralis hanno in maggio‐giugno una bassa densità, probabilmente per le temperature rigide, le gelate tardive che possono falcidiare gli stadi giovanili del predatore, la carenza di prede nei mesi primaverili, periodi di elevata piovosità, ecc. I programmi di lancio del predatore hanno lo scopo di evitare questi ostacoli, anticipando l'insediamento delle popolazioni naturali del predatore nel pereto e limitando al massimo lo sviluppo della psilla. Vengono lanciati adulti in grado di incidere immediatamente sulla psilla.

Si consiglia di ripartire il quantitativo di lancio in 2‐3 soluzioni cercando di evitare il lancio con una previsione di gelate entro qualche giorno. È consigliabile distribuire il predatore tramite almeno 5-8 punti di lancio/ha; allo scopo si possono utilizzare gli appositi supporti in cartoncino che possono temporaneamente contenere il predatore e il materiale disperdente. Eseguendo il primo lancio precocemente, tra fine marzo‐metà aprile, è possibile insediare una popolazione di antocoride che (assieme e/o a supporto di quella selvatica) può mantenere sotto controllo la psilla.

In considerazione anche dei numerosi trattamenti necessari per controllare la cimice asiatica un momento ottimale per il lancio degli antocoridi è la fine estate/autunno dopo la raccolta. In questa fase si va a incidere sulle pullulazioni di psilla di fine campagna favoriti anche da temperature ancora ottimali per lo sviluppo del fitofago e, di conseguenza, sulla popolazione svenante. In sostanza si lavora già in funzione della successiva annata produttiva con un duplice vantaggio: sverna meno psilla nel pereto e al tempo stesso si rinforza la popolazione di antocoridi.

Un'esperienza, condotta in tal senso nelle aree produttive emiliane nel triennio 2005-2007, con il lancio di 1000 antocoridi/ha a metà settembre ha dimostrato che si può ottenere anche un raddoppiamento della popolazione attiva nell'anno successivo con innegabili vantaggi nella gestione del problema psilla.

Il "lancio" autunnale, sfruttando una finestra applicativa estremamente favorevole (assenza di trattamenti insetticidi = assenza di disturbo per il predatore), determina una crescita della popolazione di antocoride svernante e una pronta ripartenza del predatore in primavera.

I lanci di A. nemoralis grazie alla loro elasticità di impiego si confermano negli anni come il fattore principale per ottenere un controllo ottimale e di lunga durata dello sviluppo della popolazione di psilla.

Per maggiori informazioni
Biogard divisione di CBC (Europe) Srl
Area Tecnica
via Civinelli 1090
47522 Cesena (FC)
[email protected]
www.biogard.it

Data di pubblicazione: