"La campagna agrumi 2024 promette volumi nella media. La principale differenza, rispetto alla precedente annata, è che non avremo quel 20% di frutti di piccolissima pezzatura, risultati non idonei alla commercializzazione. La nota dolente è invece la crisi idrica e la mancanza di un coordinamento comune tra gli attori della filiera. Inoltre, in Sicilia non c'è certezza riguardo all'estensione degli agrumeti produttivi, men che mai delle quantità stimate di merce da avviare alla commercializzazione e alla trasformazione. Manca inoltre un'organizzazione in grado di rappresentare il settore agricolo, che metta in chiaro i dati relativi alle produzioni. Una situazione che genera naturalmente una mancanza di credibilità sul mercato". Così la Agrumi-Gel Srl, noto marchio siciliano specializzato nella trasformazione di agrumi, melograno, ficodindia e frutta estiva, tira le somme sulla campagna agrumicola e prova a tracciare un'analisi della situazione generale che attraversa il comparto.
"Sui volumi, per quanto riguarda il fresco gli impianti condotti con intelligenza da imprenditori organizzati che programmano in modo oculato e razionale raccoglieranno arance di buona pezzatura, nonostante la siccità. Le rese, in questo caso, saranno nella media di una campagna normale. Detto queste, si deduce che nel settore agrumicolo si fa sempre più evidente un divario tra grandi e piccoli produttori, dove a subire la peggio sono quelli più piccoli, che hanno grandi difficoltà ad accedere alla fornitura di risorsa idrica, sia privata attraverso pozzi e falde acquifere ormai asciutte a causa della prolungata siccità - sia pubblica. I consorzi pubblici, anch'essi colpiti dalla riduzione dei livelli degli invasi, non erogano acqua regolarmente, anche per via di impianti fatiscenti e deteriorati negli anni a causa dell'assenza di manutenzione".
"Siamo in una fase in cui è urgente una programmazione puntuale calibrata sulle attuali condizioni climatiche, verificando, per microzone, le difficoltà e i provvedimenti da adottare. Non possiamo aspettare il prossimo autunno per lamentarci della siccità e che non piove da oltre un anno. Chi dovrebbe risolvere il problema? La politica è disconnessa dall'argomento e i rappresentanti, a ogni livello, sono così distratti che non comprendono che non è più possibile attendere. Ogni anno ci troviamo con gli stessi agrumeti abbandonati delle stagioni precedenti, che continuano a deteriorarsi, come i malati che, con il tempo, senza cure adeguate continuano a peggiorare".
"Per quanto riguarda la campagna della melagrana, a malincuore si deve segnalare che nella zona di Marsala tanti piccoli produttori hanno abbandonato le piantagioni per mancanza d'acqua, e impiantato cultivar che richiedono nella conduzione dei terreni minore apporto idrico. Negli ultimi tre anni, la produzione di melagrane non è stata qualitativamente apprezzabile, se prendiamo come riferimento i frutti ottenuti nella campagna in corso. Anche in questo caso, le aziende strutturate riescono a ottenere volumi e qualità di prodotto anche per l'industria. Si riscontra in fase di trasformazione delle melagrane una minore resa e un maggiore grado zuccherino. Adesso c'è da vedere come proseguirà la campagna - che si protrarrà perlomeno fino a dicembre con le varietà tardive - in particolare, c'è da sperare nella clemenza del clima. Nello specifico, nelle giuste piogge (se verranno) e nelle escursioni termiche che, a garanzia della qualità, favoriranno la pigmentazione dei frutti".
"Fare squadra nel settore agricolo è cruciale - conclude Salvatore Imbesi - altrimenti i produttori rischiano di diventare ostaggio della grande distribuzione e delle aziende a cui conferiscono i loro prodotti. Affrontare la realtà non è semplice, più semplice piangersi addosso, ma questo non risolve i problemi che affliggono il settore. È necessario alzare lo sguardo e affrontare le questioni che, da decenni, rimangono immutate, ben visibili a tutti e costantemente sollevate dalle associazioni di categoria. Adesso è giunto il momento di pretendere soluzioni concrete."
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