Pare che si siano piantati meno carciofi, quest'anno, a causa soprattutto delle condizioni climatiche, che, anche in autunno inoltrato, continuano a mettere in difficoltà i produttori locali.
Dalla provincia di Foggia, zona ideale per questo ortaggio, l'imprenditore Leonardo Cedola, spiega: "Sono passato dagli storici 8 ettari delle campagne precedenti ai 4 attuali. Le coltivazioni sono in ritardo di un mese: la raccolta della varietà Madrigal non inizierà prima della metà di dicembre, visto il posticipo dei trapianti estivi per la carenza idrica e il caldo torrido. L'approvvigionamento di acqua diventa complicato anche adesso, a metà novembre. Stiamo irrigando grazie a dei pozzi artesiani. La maggior parte di noi agricoltori ha piantato meno; pertanto nei prossimi mesi difficilmente si registrerà un deprezzamento dei capolini, visto che non c'è il rischio di un surplus di offerta proveniente dai vari territori italiani. Gli operatori saranno pertanto giustificabili, se dovessero decidere di rifornirsi dall'estero".
Ad attanagliare le aziende sono i costi di gestione, che continuano a salire. "Al momento, per coltivare un ettaro di carciofi si spendono circa 10mila euro. In un ettaro si mettono a dimora intorno a 6 mila piante, il cui costo supera ormai 0,50 €/pezzo, per un totale di 3mila euro solo per il materiale vegetale. A questi poi vanno aggiunte le spese di raccolta, gasolio, concimi e dei pochi fitofarmaci disponibili rimasti in commercio, a causa delle politiche restrittive. Una situazione ridicola, in quanto poi giungono sui bancali europei tonnellate di carciofi provenienti da altri territori extra-Ue. Le nostre non sono lamentele, ma concrete difficoltà imprenditoriali e costi a cui non possiamo rinunciare, nonostante i carciofi ci vengano pagati come 20 anni fa".
Tutti auspicano un abbassamento delle temperature e l'arrivo di piogge in grado da generare una spinta ai consumi e beneficiare le carciofaie. "Il carciofo è considerato un articolo d'élite, di cui si può fare a meno. Se i capolini giungono nei supermercati a prezzi esagerati, i consumatori potrebbero tranquillamente orientare la loro attenzione verso altre categorie alimentari".