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L'appello di ANICAV:

"Concorrenza sleale da Paesi extra UE e cambiamento climatico le minacce principali"

I risultati di una campagna di trasformazione del pomodoro lunga e difficile condotta in balia dell'incognita climatica, lo squilibrio del prezzo della materia prima rispetto a quello degli altri Paesi trasformatori, la concorrenza sleale di Paesi extra europei che non rispettano i nostri standard di qualità e sostenibilità e, infine, una serie di proposte di intervento a tutela e a supporto della filiera. Sono questi i principali temi affrontati durante l'Assemblea Pubblica di ANICAV, tenutasi ieri 3 dicembre a Parma nel corso della dodicesima edizione de Il Filo Rosso del Pomodoro a cui hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni e i principali player del comparto della trasformazione del pomodoro e della rappresentanza professionale agricola.

"Tra infrastrutture strategiche e tutela del Made in Italy è il tema scelto per questa giornata – dichiara Marco Serafini, presidente di ANICAV – Due argomenti di grande importanza e attualità per il nostro settore anche alla luce delle vicende che stanno interessando la filiera negli ultimi anni. Alla politica chiediamo risposte. Noi imprenditori abbiamo tenacia e ottimismo per progettare e investire anche in tempi incerti: chiediamo solo di poter fare il nostro lavoro in un contesto che ci permetta di operare al meglio in un confronto leale e con regole certe. È imprescindibile un intervento tempestivo e mirato delle istituzioni, sia a livello nazionale che europeo, per sostenere la competitività dell'intera filiera del pomodoro da industria".

Marco Serafini, presidente di ANICAV

"Nell'ambito del Tavolo pomodoro istituito presso il MASAF abbiamo chiesto regole chiare sulla messa in commercio in Europa di derivati del pomodoro a basso costo provenienti da Paesi che producono sotto le soglie minime di sostenibilità ambientale e sociale – continua Giovanni De Angelis (nella foto a destra), direttore generale di ANICAV – Quanto accaduto nelle scorse ore in Gran Bretagna, con un'inchiesta giornalistica che mette in dubbio l'origine della materia prima utilizzata per alcune passate di pomodoro che i consumatori d'oltremanica trovano a scaffale, impone una duplice riflessione. Prima di tutto sulle metodologie usate per questa indagine che non ci risultano avere fondamento scientifico. La nostra associazione sta lavorando in questo senso, proprio per arrivare a un metodo condiviso e certo per definire l'origine della materia prima e combattere, come facciamo da sempre, ogni tentativo di frode. Rimane poi la questione normativa. Per nostra natura siamo 'culturalmente' favorevoli a mercati aperti e liberi da dazi, tuttavia in alcuni casi limite potrebbe essere necessario porre in essere, in sede europea, mirate politiche protezionistiche. A tal fine salutiamo positivamente l'adozione del Regolamento 'Products made with forced labour' che vieta l'immissione sul mercato europeo di prodotti realizzati utilizzando lavoro forzato."

Le proposte scaturite dalla discussione tra i partecipanti all'importante momento di confronto sono precise:

■ Applicazione in Europa del principio di reciprocità: tutti devono avere e rispettare le stesse regole.

■ Estensione a livello europeo della norma, già in vigore in Italia, in base alla quale la passata deve essere ottenuta solo da pomodoro fresco, con obbligo di riportare in etichetta lo Stato e, qualora il ciclo produttivo lo consenta, anche la zona dove il pomodoro è stato coltivato.

■ Ricerca di soluzioni per l'efficientamento produttivo puntando sulla ricerca varietale, sull'evoluzione delle tecniche produttive e ripensando l'organizzazione e il livello dimensionale delle imprese agricole.

■ Investimenti sul miglioramento genetico per identificare nuove varietà capaci di garantire produttività, resilienza e sostenibilità ambientale, senza compromettere la qualità.

■ Razionalizzazione delle competenze relative al sistema idrico, anche attraverso un intervento sulla legislazione in materia di acqua.

■ Ottimizzazione delle infrastrutture idriche in particolare costruzione, nell'area emiliana, della diga di Vetto, un'opera attesa da anni per risolvere il problema della siccità nella Val d'Enza tra Parma e Reggio Emilia, per la regimentazione e la laminazione delle acque piovane, per la messa in sicurezza del territorio e soprattutto per rispondere alle esigenze idriche dell'agricoltura e delle industrie. Creazione, nel bacino centro sud, di un'opera infrastrutturale di collegamento tra la diga di Occhito, in provincia di Foggia, e quella del Liscione, in provincia di Campobasso. Si tratta di un collegamento di pochi chilometri che porterebbe in Puglia un volume medio annuo stimato in 40-60 milioni di metri cubi d'acqua, che, quando la diga del Liscione è troppo piena, il Molise è costretto a sversare in mare, e che garantirebbe l'acqua necessaria agli agricoltori pugliesi.

Il settore in numeri
La campagna di trasformazione del pomodoro 2024 in Italia si è chiusa con una produzione di 5,3 milioni di tonnellate, in leggera riduzione (-2,5%) rispetto al 2023. L'Italia si conferma il terzo paese trasformatore di pomodoro a livello mondiale, dopo la Cina (che registra un incremento del 31% rispetto al 2023 e del 68% sul 2022) e gli USA (in calo del 14% sulla scorsa campagna). Il nostro Paese rappresenta l'11,8% della produzione mondiale (pari a 45,8 milioni di tonnellate) e il 47,4% del trasformato europeo, con un fatturato totale che dovrebbe attestarsi sui 5,5 miliardi di euro.

Analizzando i dati di consumo, relativamente al canale retail, nel primo semestre 2024 registriamo un'inversione di tendenza rispetto allo scorso anno, con una contrazione delle quote di mercato interno in termini di volume (- 1,2%) mentre il valore rimane pressoché stabile (-0,6%). La flessione maggiore ha riguardato i pomodorini che hanno fatto registrare un calo sia in volume (-8%) che in valore (-4,2%). Segni negativi anche per i pelati interi (-3,5% in volume e -3,7% in valore) e la polpa (-3,4% in volume e – 4,2% in valore).

La passata, che continua a essere il prodotto più venduto – rappresenta, infatti, il 62,3% del mercato dei derivati – è cresciuta in valore (+1,6%) mentre rimane stabile in volume (+0,4%). Diverso, invece, l'andamento del Food Service dove, grazie a una sempre maggiore attenzione della ristorazione alla qualità delle materie prime utilizzate, si rileva un trend sostanzialmente crescente.

Alla riduzione, seppur contenuta, dei consumi interni, è corrisposta una crescita delle esportazioni che, nel primo semestre 2024, sono aumentate, rispetto allo stesso periodo del 2023, sia in volume (+9%) che in valore (+8,93).

Data di pubblicazione: